Restauri delle fontane di Napoli. Luci e ombre .Qualche giorno fa, dopo anni di degrado, è tornata in funzione la storica fontana del Formiello in piazza Enrico De Nicola, alle spalle di Castel Capuano, realizzata sul finire del Cinquecento come abbeveratoio. Ripulitura delle scritte vandaliche, impermeabilizzazione della lunga vasca e ripristino della recinzione in ferro battuto sono le tre tappe essenziali che hanno caratterizzato il restauro.
Il progetto di restauro delle fontane di Napoli
L’intervento è solo l’ultimo di una serie prevista nell’ambito del contratto recentemente rinnovato tra il Comune e Abc Napoli, che prevede la manutenzione di 23 delle 52 fontane storiche cittadine. Un progetto fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale presieduta dal Sindaco Gaetano Manfredi e iniziato col restauro della Fontana del Gigante in via Partenope.
Sono seguite la Fontana della Sirena in piazza Sannazzaro, quella del Sebeto a largo Sermoneta e ancora la Fontana degli Incanti a Piazza S.Di Giacomo a Posillipo, col recupero dei leoni ritrovati nei depositi comunali del Maschio Angioino.
Il prossimo ripristino riguarderà la Fontana del Marinaretto a Mergellina, opera in bronzo dello scultore Giovanni De Martino. Interventi nell’ambito di altri programmi hanno poi riguardato l’Abbeveratoio di Calata Capodichino, la Fontana della Sellaria a Piazzetta Grande Archivio, la Fontana del Carciofo a Piazza Trieste e Trento e quella del Nettuno a Piazza Municipio.
Ma proprio un recente episodio che ha coinvolto quest’ultima ( una sedia incastrata sul monumento chissà come e chissà da chi) merita una riflessione sul progetto, certamente lodevole sul piano delle intenzioni, ma che presenta alcune criticità da non sottovalutare.
Luci e ombre
Restauri delle fontane di Napoli. Luci e ombre. Non è la prima volta che il Comune di Napoli ha programmato ed eseguito il restauro di un cospicuo numero di fontane monumentali. Da Bassolino a De Magistris tanti interventi costati molto e durati pochissimo.
Dalla Fontana di Spinacorona nei pressi del Rettifilo a quella della Maruzza di Via Marina, da quella di Monteoliveto a quella della Duchessa d’Aosta a Capodimonte fino alle fontane di Piazza Mercato, l’elenco è lungo. Tutte ben presto ritornate desolatamente in secca e oggetto pertanto di vandalismi e di degrado .
Le fontane di Roma e di Napoli
I continui restauri che si susseguono nei decenni con l’avvicendarsi delle varie amministrazioni cittadine denotano un problema di fondo. Manca la sorveglianza e manca la manutenzione. Anche le fontane recentemente restaurate funzionano a singhiozzo.
Facciamo il paragone con Roma. La capitale è famosa per il suo numero elevato di fontane monumentali, un centinaio e dunque il doppio di quelle napoletane. Ma funzionano. E funzionano sempre. Rari gli atti vandalici e conseguentemente rari anche i restauri.
Facile intuirne il motivo. Una fontana funzionante ben difficilmente attira il teppista, non fosse altro perché diventa complicato danneggiarla pena una doccia poco gradevole (a meno che non sia in costume da bagno)
Ma allora? Perché non prevedere una reale manutenzione ordinaria e soprattutto una autentica sorveglianza , prima che il degrado inesorabile che segue ogni mancato funzionamento, costringa nuovamente a finanziare un ennesimo e costoso progetto di restauro?
Ma forse proprio questo è il vero motivo. La manutenzione ordinaria è meno costosa e priva di visibilità elettorale. Non prevede inaugurazioni né foto di gruppo. Dando credito al Sindaco Manfredi, speriamo che questa sia la volta buona per cambiare finalmente pagina. Aspettiamo. E intanto vigiliamo.