Maturità 2025. La poesia di Pasolini. Pasolini è una degli intellettuali più importanti del Novecento italiano. Poliedrico e anticonformista, la sua attività spaziò dal romanzo alla saggistica, dal cinema al teatro e al giornalismo. Nonchè alla poesia, che appartenne in larga parte al filone della cosiddetta poesia civile per le tematiche sociali e di costume sempre al centro della sua indagine .
Il giovane Pasolini
A prescindere dai giudizi contrastanti sulla sua produzione poetica e indipendentemente dall’ampio arco di attività creative che lo hanno avuto protagonista, non c’è dubbio che Pasolini sia nato poeta e tale sia rimasto per tutta la vita.
Anche se la poesia scelta come una delle tracce della maturità 2025 è molto diversa dalle altre. Non c’è traccia alcuna del futuro intellettuale anticapitalista e paladino delle differenze culturali di classe, ritenute assai più feconde rispetto alla triste omologazione che aveva condotto il proletariato a perdere la propria identità nel trasformarsi in piccola borghesia.
“Sono nato in una famiglia tipicamente rappresentativa della società italiana: un vero prodotto d’incrocio… un prodotto dell’unità italiana. Mio padre discendeva da un’antica famiglia nobile della Romagna, mia madre, al contrario, viene da una famiglia di contadini friulani che si sono a poco a poco innalzati, col tempo, alla condizione piccolo-borghese”.
Pasolini aveva passato l’infanzia e l’adolescenza cambiando continuamente città di residenza, per motivi di lavoro del padre. Ma ogni estate tornava con la famiglia a Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, paese di origine della madre.

“Hanno fatto di me un nomade. Passavo da un accampamento all’altro, non avevo un focolare stabile.”
Questo rifugio di pace e di quiete era per lui fonte di meditazione e di ispirazione. Un luogo che gli era particolarmente caro e al quale doveva anche la sua salvezza, dato che vi si rifugiò dopo la chiamata alle armi del 1943 scampando alla cattura da parte dei nazisti.
Nel 1939 si era iscritto alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna. Ma già negli anni liceali aveva creato un gruppo letterario che si occupava di scrittura e discussione poetica. Oltre che in italiano anche poesie in dialetto friulano, raccolte nel libretto Poesie a Casarsa, edito nel 1942.
Maturità 2025. La poesia di Pasolini
La poesia scelta per l’esame di stato 2025 (TIPOLOGIA A :analisi e interpretazione di un testo letterario) è una poesia senza titolo che compare in “ Appendice 1” dell’opera “Dal diario” (1943-1944)
Mi ritrovo in questa stanza
col volto di ragazzo, e adolescente,
e ora uomo. Ma intorno a me non muta
il silenzio e il biancore sopra i muri
e l´acque; annotta da millenni
un medesimo mondo. Ma è mutato
il cuore; e dopo poche notti è stinta
tutta quella luce che dal cielo
riarde la campagna, e mille lune
non son bastate a illudermi di un tempo
che veramente fosse mio. Un breve arco
segna in cielo la luna. Volgo il capo
e la vedo discesa, e ferma, come
inesistente nella stanca luce.
E così la rispecchia la campagna
scura e serena. Credo tutto esausto
di quel perfetto inganno: ed ecco pare
farsi nuova la luna, e – all’improvviso –
cantare quieti i grilli il canto antico.
Commento alla poesia
Maturità 2025. La poesia di Pasolini. Per comprenderla ed inquadrarla nel modo migliore va precisato che è stata scritta da un Pasolini appena ventunenne durante la Seconda Guerra Mondiale. Chi ha letto o deciderà di leggere le poesie successive (dal dopoguerra in poi) noterà subito che qui non c’è traccia alcuna dei versi impegnati nel sociale. Ad esempio del poeta cantore della vita di strada delle borgate romane . O dell’impietoso polemista e del feroce antiborghese che non ha mai fatto sconti a nessuno, né a destra né tantomeno a sinistra.
Il tono è decisamente e insolitamente malinconico, quasi crepuscolare , sottolineato dalla presenza della luna quale unica compagna della sua solitudine. Qualcosa che rimanda inevitabilmente a Leopardi, per la richiesta del poeta di un conforto al proprio stato d’animo e alla propria solitudine. Ma allo stesso tempo con la consapevolezza che si tratta di una presenza assente, fiacca ( “inesistente nella stanca luce”)
La stanza è la stessa di quando era ragazzo, ma il tempo cambia tutto anche se apparentemente “non muta il silenzio e il biancore sopra i muri”. Il poeta improvvisamente acquista consapevolezza di essere “ora uomo” e se il luogo a lui tanto caro sembra sempre uguale, in realtà ora “ è mutato il cuore”.
Tuttavia gli ultimi due versi riaccendono la fiamma della speranza (” ed ecco pare/ farsi nuova la luna,e-all’improvviso-/cantare quieti i grilli il canto antico”). Verrà presto un tempo nuovo, ci dice il poeta. Come la natura quando sembra spenta si ravviva, così accade anche all’animo umano. Anche l’oggi più incerto ha la certezza di un domani.