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Maturità 2025. La poesia di Pasolini

Maturità 2025. La poesia di Pasolini. Pasolini è una degli intellettuali più importanti del Novecento italiano. Poliedrico e anticonformista, la sua attività spaziò dal romanzo alla saggistica, dal cinema al teatro e al giornalismo. Nonchè alla  poesia, che appartenne  in larga parte al filone della cosiddetta  poesia civile per le tematiche sociali e di costume sempre al centro della sua indagine .

Sul valore di Pasolini poeta i pareri sono sempre stati contrastanti. Era più apprezzato dagli scrittori che non dagli stessi poeti. Ad esempio Giovanni Raboni affermava che era un grande poeta in tutto quello che faceva, ma non quando scriveva poesie.
Al contrario Alberto Moravia nella famosa orazione funebre in occasione della sua morte disse: “Abbiamo perso prima di tutto un poeta e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo. Ne nascono tre o quattro soltanto dentro un secolo. Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta. Il poeta dovrebbe esser sacro»

 

Il giovane Pasolini

 

A prescindere dai giudizi contrastanti sulla sua produzione poetica e indipendentemente dall’ampio arco di attività creative che  lo hanno avuto protagonista, non c’è dubbio che Pasolini sia nato poeta e tale sia rimasto per tutta la vita.

Anche se la poesia scelta come una delle tracce della maturità 2025 è molto diversa dalle altre. Non c’è traccia alcuna del futuro intellettuale anticapitalista e paladino delle differenze culturali di classe, ritenute assai più feconde rispetto alla triste omologazione che aveva condotto il proletariato a perdere la propria identità nel trasformarsi in piccola borghesia.

“Sono nato in una famiglia tipicamente rappresentativa della società italiana: un vero prodotto d’incrocio… un prodotto dell’unità italiana. Mio padre discendeva da un’antica famiglia nobile della Romagna, mia madre, al contrario, viene da una famiglia di contadini friulani che si sono a poco a poco innalzati, col tempo, alla condizione piccolo-borghese”.

Pasolini aveva passato l’infanzia e l’adolescenza cambiando continuamente città di residenza, per motivi di lavoro del padre. Ma ogni estate tornava con la famiglia a  Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, paese di origine della madre.

 

Pasolini da ragazzo con un violino in mano

 

“Hanno fatto di me un nomade. Passavo da un accampamento all’altro, non avevo un focolare stabile.”

Questo rifugio di pace e di quiete era per lui fonte di meditazione e di ispirazione. Un luogo che gli era particolarmente caro e al quale doveva anche la sua salvezza, dato che vi si rifugiò dopo la chiamata alle armi del 1943 scampando alla cattura da parte dei nazisti.

Nel 1939 si era iscritto alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna. Ma già negli anni liceali aveva creato un gruppo letterario che si occupava di scrittura e discussione poetica. Oltre che in italiano  anche poesie  in dialetto friulano, raccolte nel libretto Poesie a Casarsa, edito nel 1942.

Maturità 2025. La poesia di Pasolini

La poesia scelta per l’esame di stato  2025 (TIPOLOGIA A :analisi e interpretazione di un testo letterario)  è una poesia senza titolo che compare in “ Appendice 1” dell’opera “Dal diario” (1943-1944)

Mi ritrovo in questa stanza
col volto di ragazzo, e adolescente,
e ora uomo. Ma intorno a me non muta
il silenzio e il biancore sopra i muri
e l´acque; annotta da millenni
un medesimo mondo. Ma è mutato
il cuore; e dopo poche notti è stinta
tutta quella luce che dal cielo
riarde la campagna, e mille lune
non son bastate a illudermi di un tempo
che veramente fosse mio. Un breve arco
segna in cielo la luna. Volgo il capo
e la vedo discesa, e ferma, come
inesistente nella stanca luce.
E così la rispecchia la campagna
scura e serena. Credo tutto esausto
di quel perfetto inganno: ed ecco pare
farsi nuova la luna, e – all’improvviso –
cantare quieti i grilli il canto antico.

Commento alla poesia

Maturità 2025. La poesia di Pasolini. Per comprenderla ed inquadrarla nel modo migliore va precisato che è stata scritta da un Pasolini appena ventunenne  durante la Seconda Guerra Mondiale. Chi ha letto o deciderà di leggere le poesie successive (dal dopoguerra in poi) noterà  subito che  qui non c’è traccia alcuna dei versi impegnati nel sociale. Ad esempio del poeta cantore della vita di strada delle borgate romane . O dell’impietoso polemista e del  feroce antiborghese che non ha mai fatto sconti a nessuno, né a destra né tantomeno a sinistra.

Il tono è decisamente e insolitamente malinconico, quasi crepuscolare , sottolineato dalla presenza della luna quale unica compagna della sua solitudine. Qualcosa che rimanda inevitabilmente a Leopardi, per la richiesta del poeta di un conforto al proprio stato d’animo e alla propria solitudine. Ma allo stesso tempo con  la consapevolezza che si tratta di una presenza assente, fiacca ( “inesistente nella stanca luce”)

La stanza è la stessa di quando era ragazzo, ma il tempo cambia tutto anche se apparentemente “non muta il silenzio e il biancore sopra i muri”. Il poeta improvvisamente acquista consapevolezza di essere “ora uomo” e se il luogo a lui tanto caro sembra sempre uguale, in realtà ora “ è mutato il cuore”.

Tuttavia gli ultimi due versi riaccendono la fiamma della speranza (” ed ecco pare/ farsi nuova la luna,e-all’improvviso-/cantare quieti i grilli il canto antico”). Verrà presto un tempo nuovo, ci dice il poeta. Come la natura quando sembra spenta si ravviva, così accade anche all’animo umano. Anche l’oggi più incerto ha la certezza di un domani.

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche ( in particolare località campane) mitologiche (sirene, luna) e storico-artistiche (cupole,colline e chiostri napoletani) nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.