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La commissione nazionale Unesco boccia la candidatura del caffè come bene immateriale

La commissione nazionale per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, si è riunita questa mattina in via telematica e ha bocciato la candidatura del caffè come bene immateriale dell’Unesco. L’obiettivo era valorizzare del “caffè italiano espresso tra cultura, rituali, socialità e letteratura nelle comunità  emblematiche da Venezia a Napoli”, mentre ha approvato, nella riunione odierna sotto la presidenza di Franco Bernabè, come candidatura italiana da presentare al Comitato intergovernativo per il ciclo 2023 “l’arte italiana dell’Opera lirica”.

Lo ha annunciato l’Unesco sul proprio sito precisando che, nonostante l’esito negativo della votazione, il dossier della candidatura del caffè espresso è stato molto apprezzato dai membri del Direttivo.

Quando è arrivata la candidatura del caffè ?

La candidatura era stata presentata lo scorso gennaio dal Ministero delle politiche agricole, ambientali e forestali per unire le volontà di Napoli e Trieste. Entrambe le città infatti volevano proporre all’Unesco il rito del caffè locale, ma purtroppo l’Onu ha deciso di declinare la candidatura a favore dell’opera lirica.

Le dichiarazioni del Ministro della Cultura

L’esito della votazione è stato commentato dal Ministro della Cultura, Dario Franceschini:

“Con la candidatura del canto lirico italiano a patrimonio immateriale dell’umanità, l’Italia punta al riconoscimento di una delle sue espressioni culturali più autentiche e originali. Sono ancora nitide nei nostri occhi le immagini del coro dell’Opera di Odessa che intona il ‘Va, pensiero’ del Nabucco di Giuseppe Verdi in strada, sotto la bandiera ucraina. Una riprova di quanto l’espressione del canto lirico italiano sia autenticamente parte integrante del patrimonio culturale dell’umanità, che ad esso si rivolge nei momenti più bui per ritrovare luce, forza e bellezza”.