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Vincenzo Ciardo, un verista partenopeo

Vincenzo Ciardo nasce presso Gagliano del Capo, il 23 ottobre 1894. Egli visse a Napoli fino alla prorpia morte, avvenuta il 26 settembre 1970, dove esercitò la carriera di pittore. Egli fu uno dei maggiori esponenti del verismo italiano.

Egli affrontò gli studi di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino per poi trasferirsi a Napoli nel 1920, dove ebbe modo di avviare la propria fiorente carriera artistica.

Subì inizialmente l’influenza stilistica tipica dal verismo tradizionale, il quale affonda profonde radici all’interno del naturalismo, tipico della scuola di Posillipo.

Nel 1927 entrò a far parte stabilmente del “Gruppo Flegreo”, divenendo uno degli esponenti fondamentali del Novecento napoletano. Proprio in qiesto periodo egli subisce una maturazione stilistica, che causò la migrazione dello stile della propria pittura verso un postimpressionismo, ispirato a Paul Cézanne e a Pierre Bonnard.

Durante il periodo dal 1940 al 1965, dopo avere abbandonato la carriera di insegnante presso il Liceo artistico di Napoli, divenne direttore della Scuola libera di paesaggio all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Le sue opere sono disseminate in tutta Italia, grazie alla prorpia presenza a mostre nazionali di rilevanza, a Napoli le sue opere sono conservate presso i musei di Capodimonte e di San Martino in particolare, ma alcune sue collezioni sono conservate presso le sale del Comune e del Banco di Napoli, nella sede di Napoli.
Oltre che pittore, essendo uomo di cultura, egli fu anche scrittore, con uno stile prosastico chiaro ed estremamente lucido.

Insieme a Giuseppe Uva, Saverio Gatto, Alberto Buonoconto, Biagio Mercadante, Carlo Striccoli, Giuseppe Rispoli, Antonio Bresciani, Ettore Lalli, Francesco Paolo Prisciandaro e al critico d’arte e pittore Alfredo Schettini, fu uno dei protagonisti principali dell’esperienza bohèmien all’interno del Quartiere Latino di Napoli.

Frequentante del poeta e barone di Lucugnano, Girolamo Comi, contribuì all’esperienza culturale avviata insieme a personalità quali Michele Pierri, Ferruccio Ferrazzi, Maria Corti e Donato Valli.

Fu sempre aperto e ben disposto al confronto con altri esponenti del panorama artistico e culturale partenopeo, in particolare, e italiano, in generale. Non disdegnò mai neanche qualsiasi tipo di dibattito con altri artisti, tanto che, nel 1965, decise di prendere parte ad una mostra collettiva, insieme a personaggi quali Antonio Vangelli, Antonio Enotrio, Giulio Turcato, Michele Rosa, Pier Carlo Pantieri e Mario Russo.

La mostra si svolse presso la galleria “la Saletta” sita a Frosinone.

Le opere principali.

Le principali opere dell’artista furono realizzate tutte all’interno del periodo compreso tra il 1926 ed il 1950, e sono rispettivamente:

  • Autunno a Lucrino, olio su tela custodito presso la Galleria dell’Accademia sita a Napoli;
  • Paesaggio, olio su tela custodito anch’esso presso la Galleria dell’Accademia sita a Napoli;
  • Grotte di Polignano;
  • Campagna del Salento, realizzata nel 1926;
  • Il lido di Baia;
  • Verso Leuca, realizzata nel 1932;
  • Luna e sassi, realizzata nel 1956;
  • Plenilunio, realizzata nel 1958;
  • “Uliveto del Salento“, realizzata tratil 1930 ed il 1950.
Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II