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Toni Capuozzo e i dubbi su Bucha: “Da dove sono saltati fuori tutti questi corpi?”

La strage di Bucha ha lasciato il mondo senza parole. Stando a quanto dichiarato dal governo ucraino, si tratta di un massacro perpetrato dalle truppe russe ai danni della popolazione civile della città di Bucha.

Le immagini dei civili riversi per strada, senza vita, hanno fatto il giro del mondo ed acceso il dibattito intorno al conflitto. Cadaveri per le strade, spesso uccisi con un colpo di pistola alla nuca, e fosse comuni: queste le immagini che circolano della città a ovest della capitale Kiev.

Il governo russo, intanto, ha negato i fatti di Bucha ed ha dichiarato ufficialmente che si tratti di una provocazione dell’Ucraina. Ciò ha alimentato ancora il dibattito, dato che il governo russo ne ha, di fatto, negato la veridicità.

Strage di Bucha: i dubbi del giornalista Toni Capuozzo

Interpellato sulla questione a Quarta Repubblica, il giornalista Toni Capuozzo si è detto perplesso: “Guai a non porsi delle domande. Il risultato non cambia, cioè l’orrore, ma quello che non mi convince è la sequenza dei tempi”.

Mi faccio qualche domanda e voglio ricostruire quello che è accaduto. Il 30 marzo i russi si sono ritirati da Bucha. Il 31 marzo il sindaco di Bucha rilascia un’intervista davanti al municipio, soddisfatto, in cui esprime la propria soddisfazione per il fatto che i russi hanno finalmente abbandonato il paese“.

Aggiunge: “Il primo di aprile c’è un’altra intervista e nessuno fa menzione dei morti in strada. Poi il 2 aprile spunta fuori un filmato della polizia ucraina che mostra le devastazioni della guerra a Bucha, ma mostra soltanto un cadavere. Il 3, invece, iniziano a circolare le immagini di tutti i morti che abbiamo visto – spiega il giornalista-. Da dove sono saltati fuori tutti questi corpi? Possibile che dopo 4 giorni nessuno ha messo una coperta su questi cadaveri?“.

Il giornalista, che è stato anche reporter di guerra, ha sollevato, infine, un ultimo dubbio: “Mi spiace essere crudo, ma quando tu uccidi una persona con un colpo alla tempia, fin quando il cuore continua a battere è una pozza di sangue. Ne avete viste vicino a questi corpi? Io li ho visti come sono i cadaveri dopo qualche giorno. Queste vittime sono in strada da tre settimane? Non sarebbero in quelle condizioni!“.

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.