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La Campania, la peggiore regione per essere un bambino

La regione italiana più esposta al maltrattamento del bambino è, purtroppo, la Campania.

Le ricercatrici Giovanna Baldassi e Federica Gentile hanno messo a punto l’ultime edizione concernente l’indice regionale sul maltrattamento dell’infanzia, in Italia.

Restituire il futuro, questo il nome del progetto dell’associazione umanitaria (Cesvi) di cui le due studiose fanno parte.

Il lavoro è stato presentato nel corso di un convegno, organizzato tramite internet, con la moderazione della giornalista Francesca Romana Elisei.

All’incontro era presente anche la Ministra alle pari opportunità: Elena Bonetti.

La relazione, stilata da un notevole comitato scientifico, ha reso noto gli spiacevoli dettagli.

Il maltrattamento dei minori: le statistiche

Il gravissimo fenomeno è, sfortunatamente, fin troppo presente all’interno del bel Paese. In Italia, in media, su 1000 minori, 47,7 ricevono assistenza sociale.

Passando in rassegna la classifica delle singole regioni italiane, la Campania occupa il ventesimo posto.

I parametri utilizzati per concepire l’elenco sono rappresentati da sei diverse capacità: la cura di sé e degli altri, il condurre una vita sana, vivere in sicurezza, acquisire conoscenze, lavorare, accesso alle risorse e ai servizi.

In ben 4 principi ( cura di sé e degli altri, vita sana, vita sicura e accesso alle risorse e ai servizi), la nostra regione ha registrato la peggiore gestione. Un bambino campano si trova così in grande difficoltà.

Sebbene vi sia stato un lieve miglioramento nell’anno 2019, la Campania si trova qualche posizione più in basso, rispetto alle precedenti graduatorie, anche riguardo al fattore indicante la capacità di vivere una vita sicura.

La situazione dell’area campana è quindi fortemente critica per l’amministrazione dell’infanzia. Molteplici sono i fattori di rischio territoriali ed il tutto è aggravato da una limitata disposizione di servizi.

Cesvi

La società napoletana Cesvi, nata nel 2017, lotta per contrastare gli abusi e altri casi di umiliazione del minore. Gli operatori tentano di portare avanti la loro battaglia, percorrendo due vie.

Da un lato, i responsabili della cooperativa s’impegnano nel rafforzare la presenza di reti e risorse a cui attingere, dall’altro, cercano di diffondere l’esempio.

Tuttavia, le condizioni in cui versano 2000 bambini e adolescenti campani sono tutt’altro che rosee.

Dai dati, è emerso che spesso i ragazzi sono vittime della loro stessa famiglia, cosa ancora più allarmante.