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La leggenda del Trap.

Ci ha scritto un libro di memoria con la frase “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” come titolo e noi calciofili italiani quando la sentiamo non possiamo fare a meno di pensare a lui, il Trap nazionale che nonostante la fama e gli allori raccolti in giro per l’Europa, conserva ancora intatta la sua saggezza contadina, condensata così efficacemente in questo aforisma non di poeti o filosofi ma dei nonni, che a loro volta lo hanno ascoltato dai propri padri fino ad arrivare alla platea che ascoltava curiosa e divertita “Giuann” nelle sue “performans” dialettiche. Il decano del calcio italiano oggi compie 80 anni, genetliaco importante, che può rubare qualche secondo alle nostre faccenduole domestiche per poterlo celebrare in modo appropriato. Una vita per il calcio che inizia a nemmeno dieci anni a Milano nord, nel suo paese agglomerato di case, Cusano Milanino che il virgulto non abbandona nemmeno quando a diciotto anni lo “requisisce” il Milan di “GipoViani. L’incontro che gli cambia la vita però sarà con Nereo Rocco, al quale il mediano tutto grinta e assaltatore di caviglie si ispirerà per il mestiere che abbraccerà in futuro e con il quale, da calciatore vincerà due coppe dei campioni, una coppa intercontinentale, scudetti, coppa Coppe e coppa Italia. La storia del calcio celebrerà Trapattoni soprattutto per la sua carriera da allenatore, quasi dimenticandosi delle sue gesta da atleta che in un giorno di Italia-Brasile di mille anni fa non fece veder palla a Pelè. Dopo un paio di tentativi al Milan contrassegnati da alterna fortuna, la svolta arriva puntuale come per i predestinati e la incide un ex grande calciatore, che lo conosce bene da avversario, Giampiero Boniperti, allora presidente della Juventus, che lo chiama alla corte della vecchia signora, alle prese con trucco-parrucco nuovo per tentare di avviare un ciclo possibilmente vincente. Amen, perchè quell’anno, 1975 il nostro vincerà il primo di sei scudetti una coppa dei Campioni,una coppa Coppe, coppa Uefa, Intercontinentale e due coppe Italia. L’epopea continuerà sulla panchina nerazzurra dell’Inter con la quale vincerà un campionato ed una coppa Uefa fino a superare la misura dei confini italiani e vincere i campionati in Germania (con il Bayern), in Portogallo (con il Benfica) ed in Austria (con il Salisburgo). Tralasciando le parentesi pur importanti con la nazionale Italiana che rievoca immagini (non esaltanti) di bottigliette di acqua santa che volavano ai piedi delle panchine e con la nazionale dell’Irlanda (clamorosa ed ingiusta l’eliminazione ai mondiale Sudafricano a favore della Francia), la sua è stata una vita in panchina contrassegnata dai successi per un trainer che Salatore Lo Presti nel suo “annuario mondiale del calcio” definisce “il tecnico più rappresentativo del calcio italiano del dopoguerra che coniuga il calcio totale al catenaccio puro”, perchè nella vita, aggiungiamo noi, conta vincere! No? Auguri Trap.