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Sapevate che l’anello di fidanzamento più bello di sempre è stato creato in Sardegna?

Un diamante è per sempre? Il tipico anello di fidanzamento in Sardegna è un pò diverso..

L’artigianato sardo è il più particolare e interessante d’italia in tema di oreficeria.
Per di più durante gli ultimi decenni non ha mai perso la sua forza e il suo potenziale, infatti c’è chi sceglie , ancora la tradizione culturale sarda per farsi dire di: Si!

Ma perché è così particolare ed interessante?

Andiamo nel dettaglio a scoprirne la storia e le origini.
La “maninfide” è l’anello di fidanzamento più diffuso in Sardegna, “man’e fidi” significa in sardo le mani di fede che simboleggiano l’unione in matrimonio o anello di Santa Rita.

La fede sarda percorre millenni di storia rimanendo indenne al passare del tempo, delle mode e delle leggende.

Un anello di fidanzamento, una fede, un nobile, da indossare solitamente all’anulare sinistro, dove si vuole scorra la vena amoris, chiamata così dai latini.

Questo tipo di anello viene utilizzando nel tempo per celebrare un sodalizio amoroso, un’unione eterna, oppure una nuova nascita. Il costume vuole però che sia la madre a regalare alla figlia la propria fede sarda, in modo che possa passare di mano in mano anzi, di dito in dito, tra le future generazioni della famiglia. Cosa rende questo prezioso gioiello così speciale? Due elementi: la leggenda che vi ruota attorno da millenni e la lavorazione. Pare che in passato la fede dei sardi fosse forgiata dalle Janas, le fate che popolavano gli angoli brulli e isolati dell’isola italiana in età nuragica. Vivevano nelle Domus de Janas (case delle fate) dove lavoravano la filigrana realizzando anelli e altri gioielli, incastonati con pietre preziose tipiche dell’isola, tra cui il corallo e l’ossidiana.  Una storia questa che affascina tutti e che rimane ancora nel credo popolare.

Oggi le abitudini e le tradizioni sono un pò stravolte da nuovi oggetti che identifichiamo come modello da seguire.
Il solitario con il diamante protagonista, oppure un trilogy con tre diamanti, o ancora la veretta completamente circondata da diamantini sono le proposte degli ultimi decenni, allontanando il concetto di tradizione antica e atavica di un tempo.

La fede sarda, infatti presenta tutt’altre caratteristiche: di norma è in oro giallo, puoi essere di varia grandezza e forma e solitamente ha qualche pietra o disegno distintivo e predominante sulla parte centrale.

E quando si tratta di confermare o smentire le storie che ruotano attorno il monile isolano dicono che la leggenda “delle Janas potrebbe essere quella più attendibile, o forse più fantastica.” Inoltre, “che la fede sarda nasca come fede matrimoniale non lo si può affermare con certezza.” In fatto di nozze, sono però sicurissimi per quanto riguarda le fedi sarde Fonnesi – Sa lorihà e conca -, chiamate così in sardo, “essendo tradizionali del nostro paese e uniche”. Vicende storiche a parte, è il tipo di lavorazione a renderla così particolare e apprezzata anche oltre i confini regionali. Tore Pirisi la racconta così: “Ci sono altri due tipi di fede sarda, quella Nuorese e quella Campidanese, si differenziano per la lavorazione: la prima è creata con i “ragnetti” e i pallini, mentre la seconda è creata con i canottigli, i pallini e le foglioline.”