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Le caramelle di un tempo: “E Franfellicche”

Le caramelle del passato: e franfellicche.

Fino a pochi decenni fa, tra i venditori ambulanti, caratteristica e presenza peculiare che denomina l’identità dei vicoletti di Napoli, era possibile ammirare la singolare figura del franfelliccaro. Con il suo carrettino carico di una pentola, di un fornello e di un tavolo con marmo col quale grazie ad un “perno” trasformava, attraverso un processo particolare, la melassa in due chicche dolcissime, profumate, color d’oro: il franfellicco. Una vera e propria leccornia amata soprattutto dai bambini.

Il nome, probabilmente, deriva dal greco pompholux, ovvero “bolle d’aria”. L’etimologia serve anche a ricordare la leggerezza di questi dolciumi, ed è fortemente onomatopeico, nonché bello da pronunciare.

Un’altra accezione linguistica fa derivare il termine dal francese fanfreluche che identifica lo stesso genere merceologico; a sua volta, deriva dal latino “fanfaluca”.

La melassa ottenuta era poi tagliata in piccoli rettangoli che orami solidificati, risultavano particolarmente croccanti.

Le caramelle della Napoli antica 

Il franfilleccaro, presente anche durante le feste patronali, durante i giorni della settimana, passeggiando per le stradine di Napoli, fischiava per richiamare a se l’attenzione. Pochi disponevano di un vero e proprio banco dove appoggiarsi, nella maggior parte dei casi era utilizzato un cartellino.

Il franfelliccaro è un mestiere ormai scomparso ma molto affascinante. Dal punto di vista prettamente linguistico, le stecche di caramelle pur non essendo più vendute, hanno un significato che varia in base al contesto in cui il termine è utilizzato. Se è riferito ad una persona “franfellicco” indica qualcuno che ha atteggiamenti poco virili, mentre se è riferito ad un fatto o ad una situazione può significare che questa sia un qualcosa di facile svolgimento, oppure una situazione conclusasi in modo negativo.

Il franfellicco oggigiorno può indicare una variante dei celebri chupa chups, ma non ha nulla a che vedere con essi.

I bastoncini di zucchero caramellato, di solito erano preparati con materie prime di uso comune, facilmente reperibili e dunque alla portata di tutti.
Esse peraltro erano consigliate dai dottori contro la tosse, a causa della presenza di miele caldo, da sempre un’ottima cura contro i malanni di stagione.

Il franfelliccaro è una delle figure più rappresentative della Napoli antica, amata e vivace al tempo stesso, super “richiesta” soprattutto dai bambini.

La bontà di quei bastoncini di melassa caramellata erano particolarmente amati, fino ai primi del Novecento, quando la figura è scomparsa.

Rivivere l’essenza attraverso il ricordo di chi ancora ne racconta la bellezza, permette di “assaporarne la dolcezza”.