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La Norma di Bellini torna al teatro San Carlo

Da mercoledì 12 febbraio 2020 a giovedì 20 febbraio 2020, l’opera Norma di Vincenzo Bellini tornerà a meravigliare gli spettatori del prestigioso teatro San Carlo.

Divisa in due atti, è la trasfigurazione in scena del libretto redatto da Felice Romani, a sua volta tratto dalla tragedia L’infanticide di Soumet.

Lunga è la storia dell’esordio teatrale, non proprio fortunatissimo, di questo spettacolo.

Nel 1831, i tre atti teatrali furono rappresentati, per la primissima volta, al teatro Alla Scala di Milano.

La rappresentazione del 1831, atta a inaugurare la stagione di Carnevale e Quaresima del 1832,  fu un fiasco clamoroso.

Le ragioni sono da ricercare primariamente nell’esecuzione del dramma, che fu privato del momento più saliente dell’opera: il concertato (sezione di un’opera lirica in cui coro e personaggi intrecciano le loro voci).

Tuttavia, fra gli astanti, quella sera, non vi erano solo estimatori del maestro Bellini, ma anche una claque avversa allo stesso, altro motivo per cui lo spettacolo non ebbe il successo sperato.

La trama narra della disavventura amorosa di Norma, figlia del capo dei Druidi, che l’amante e proconsole romano Pollione abbandonerà, per via di Adalgisa.

Tantissimi sono i colpi di scena del dramma sentimentale-storico.

L’opera sfocerà in un finale di redenzione dei protagonisti principali, ove a trionfare saranno la compassione e la presa di coscienza delle loro azioni più abiette.

Lo spettacolo riprenderà dunque vita sul palco del teatro più bello di Napoli.

Alla regia troviamo Lorenzo Amato, mentre i maestri Enzo Frigerio e Franca Squarciapino si sono occupati rispettivamente della scenografia e dei costumi.

Maria José Siri e Angela Meade , due soprani dalle inconfutabili qualità artistiche, vestiranno i panni della sacerdotessa dei Druidi.

“Norma – spiega il regista Lorenzo Amato – Norma si muove su un binario universale e senza tempo, quello della lotta tra la ragion di stato, il potere religioso e il privato che qui non corrono paralleli, ma si sovrappongono, prima di tutto nella musica e di pari passo nel libretto; ciò significa lavorare su personaggi molto complessi e su continui corti circuiti.”