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Il silenzio: molti benefici, ma solo se non è troppo!

Siamo abituati ad un mondo estremamente rumoroso e i suoni della strada ci seguono spesso anche quando siamo in casa. Tendiamo a desiderare il silenzio più di ogni altra cosa; ciò è del tutto lecito se si pensa ai numerosi benefici che il silenzio apporta alla nostra salute sia fisica che psicologica. Uno dei più importanti è la riduzione della pressione sanguigna: in uno studio del 2006, è stato condotto un esperimento durante il quale si sottoponevano i soggetti a due minuti di silenzio a seguito dell’ascolto di alcuni brani musicali. È stato evidenziato che quei pochi minuti di assenza di rumori riduceva significativamente la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna di coloro che avevano partecipato al test. Al contrario una ricerca del 2003 evidenziò come un ambiente cronicamente rumoroso avesse effetti negativi sia sulla frequenza che sulla pressione.

I benefici psichici sono altrettanto notevoli: la concentrazione viene favorita e la mente si calma più facilmente. Inoltre, un ambiente silenzioso è un valido alleato per combattere l’insonnia. Il silenzio riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress e fa in modo che la mente non sprechi energie inutili.

Tuttavia, come ogni cosa anche il silenzio ha il suo lato oscuro, ma prima di tutto è necessario fare una precisazione: il silenzio assoluto non esiste. È una sorte di ideale che (per fortuna) è impossibile da raggiungere. Ci troviamo in un mondo in continuo movimento e nonostante siano state costruite delle camere dette anecoiche (ossia prive di eco), chi vi entra finisce per sentire il proprio battito cardiaco, perché la verità è che siamo noi stessi movimento, movimento che prosegue all’interno di noi anche se siamo completamente immobili. L’esistenza umana è immersa nel rumore: basti pensare che una camera notturna con dei buoni infissi non scende al di sotto dei 20 dB, mentre le nostre conversazioni quotidiane si aggirano intorno ai 60 dB.

Oltre ad essere un concetto molto lontano, il silenzio assoluto è tutt’altro che auspicabile. L’uomo è un essere sociale e ha bisogno della comunicazione e del suono per interagire con gli altri, ma anche per interpretare ciò che lo circonda. Il silenzio totale può inoltre essere percepito come inquietante o addirittura minaccioso perché il nostro udito è abituato ai suoni ambientali, mentre l’assenza di ogni rumore può essere percepito come isolamento e alimentare sensazioni di solitudine (generando di conseguenza ansia e depressione), specialmente se ci si trova in ambienti sconosciuti. Inoltre, se non ci sono suoni provenienti dall’ambiente, i rumori interni del nostro corpo come la respirazione e il battito cardiaco vengono amplificati e vengono percepiti addirittura come disturbanti.

A dimostrazione di ciò vi sono i dati relativi alla permanenza nelle camere anecoiche, dove il livello di rumorosità è di -10dB. Inventata dagli Orfield Laboratories, una società statunitense che si occupa di acustica dei luoghi, la camera anecoica assorbe il 99,99% dei suoni ed è entrata nel 2008 nel Guinness dei primati per essere il luogo più silenzioso al mondo. La permanenza media si aggira intorno ai 15 minuti, mentre quella massima è di 45 minuti.

Un artista che fece esperienza di una camera anecoica è stato John Cage, noto compositore che richiese di entrare in quella di Harvard. “In quella stanza silenziosa sentii due suoni, uno alto e uno basso. Più tardi, chiesi all’ingegnere perché, se la stanza era così silenziosa, avessi sentito quei due suoni. Mi chiese di descriverli e così feci. Mi rispose che quello alto era il mio sistema nervoso in funzione, quello basso era invece il suono del mio sangue in circolo” con queste parole il rinomato artista descrive l’esperienza che ispirerà poi la sua composizione 4’ 33” adatta a qualsiasi strumento, dal momento che prevede che lo strumento non venga suonato affatto. La composizione sperimentale in tre movimenti dura 4 minuti e 33 secondi, per un totale di 273 secondi, un probabile richiamo allo zero assoluto (-273 °C).