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Gianturco: le difficoltà a rialzarsi della zona

La zona di Via Gianturco è una delle più difficili di tutta la città metropolitana di Napoli, non solo perché risulta essere un vero e proprio snodo commerciale, ma anche perché la stessa è sottoposta in maniera molto blanda al controllo delle istituzioni. La zona cerca però in ogni modo, con i propri mezzi, di rialzarsi, senza però riuscire nel proprio intento, dato che ogni tentativo in questo senso viene bloccato.

La zona è investita da problemi vari, quali la presenza di persone senza fissa dimora, che scatenano una serie di problemi quali i mercati abusivi e l’occupazione di strutture pubbliche, utilizzate come dimore di fortuna. Spesso costoro si stabiliscono all’interno di quelli che sono gli edifici abbandonati della zona, per i quali, il Comune, non ha ancora iniziato attività di recupero.

La situazione che ne deriva desta una particolare preoccupazione soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario.

Uno degli altri problemi che affligge la zona riguarda il transito continuo di mezzi pesanti, che non solo distruggono il manto stradale, ma creano danni strutturali, con le vibrazioni che derivano dal loro passaggio, agli edifici vicini, bisogna ricordare che nei pressi di Via Gianturco si apre un’ampia zona residenziale, che risulta quindi essere invasa da quegli stessi problemi che flagellano la zona industriale.

Senza dimenticare lo smog, i problemi legati alla viabilità, la pericolosità del transito pedonale, uno dei problemi fondamentali della zona risulta essere l’abbandono della stessa. Una sorta di giungla urbana, nella quale si avverte un senso di inquietudine, quasi melanconico, al calare del sole, quando in strada non si incontrano più pedoni, perché il timore è troppo.

Ma la situazione non è necessariamente statica.

Ci sono state diverse iniziative nella zona di Via Gianturco per rendere più vivibile il paesaggio urbano, tra le quali bisogna sottolineare quella che ha visto il recupero dell’ex deposito ASIA, all’interno del quale, dopo la bonifica, è stato aperto un centro commerciale multietnico.

Il centro, con la rivalutazione paesaggistica che ha apportato alla zona, grazie anche solo alla bonifica effettuata, ha fatto sì di rilanciare la vivibilità dell’area urbana. La popolazione, così come le istituzioni, risulta essere felice e bendisposta nei confronti della struttura, tanto che il Presidente della IV Municipalità della città metropolitana di Napoli si è detto un “cittadino felice, perché di fatto vedo che essa ha portato benefici, anche solo perché in grado di riqualificare un’area abbandonata, perché laddove il commercio vive, fa vivere il territorio.

Questo è un territorio complicato dove c’è poco o nulla di attrattivo, quasi un quartiere dormitorio, come il Centro Direzionale o il rione Luzzatti. Il fatto che possa esserci un centro commerciale che possa far rivivere un territorio, donandogli nuova centralità, è sempre un qualcosa di positivo.”

Il tentativo di risollevamento della zona rischia però di essere un ulteriore buco nell’acqua.

Diverse sono state le azioni legali che hanno cercato di contrastare l’attività commerciale, sulla base di accuse puramente congetturali.

L’attenzione per il territorio circostante è uno dei fondamenti del XXI Secolo, tanto da farci sorgere un dubbio, da cosa deriva questo accanimento nei confronti di un’attività commerciale che tenta di rivalutare e rilanciare un territorio difficile? 

Restiamo in attesa di risposte, interessandoci anche alle opinioni del centro stesso.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II