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Tubetti alla Libero Bovio: i “tubbettielli”

I tubetti piccoli conditi con sugo di pomodoro San Marzano, erano un piatto molto amato da Libero Bovio, poeta e scrittore napoletano.

Chi ama la cucina, sa bene quanta storia si può racchiudere in un piatto cucinato a regola d’arte.

Tanti sono gli artisti che hanno affidato all’arte culinaria, alcune delle loro perle, pensiamo ad esempio ai famosi Spaghetti alla Gennaro di Totò, oppure gli Spaghetti alle vongole fujute, raccontati da Eduardo De Filippo, le monachine napoletane, dolce prediletto di Salvatore Di Giacomo, insomma piatti che legano la cucina a molti artisti napoletani.

Tra questi “‘E Tubbettielle alla Libero Bovio”, così chiamati perché molto apprezzati dal poeta napoletano e preparati da lui per i suoi amici. Vediamo come si preparano.

Ingredienti:

400 g di tubetti piccoli (tubbettielli o detti anche avemarie)

1 spicchio d’aglio tritato finemente

Olio extravergine d’oliva q.b.

1 kg di pomodori San Marzano o 1 scatola da 1 Kg di pomodori pelati

1 ciuffo di basilico

sale q.b.

pepe q.b.

1/2 etto di pecorino grattugiato

1/2 etto di parmigiano grattugiato

Procedimento

In un tegame, far soffriggere in un fondo d’olio l’aglio tritato finemente, e aggiungere i pomodori San Marzano spezzati a mano (o i pomodori pelati precedentemente scolati).

Aggiustare di sale e far insaporire, poi lasciar cuocere per circa 15 minuti.

In una pentola alta, portare ad ebollizione abbondante acqua salata, calare i tubetti nell’acqua e scolarli a metà cottura.

Aggiungere la pasta al sugo facendo continuare la cottura a fuoco lento, avendo cura di mescolare di tanto in tanto.

Aggiungere alla pasta un po’ di pepe nero macinato al momento e i due tipi di formaggio grattugiati, far amalgamare il tutto e servire con qualche foglia di basilico fresco.

Il poeta

Libero Bovio (Napoli, 8 giugno 1883 – Napoli, 26 maggio 1942) è stato un poeta, scrittore, drammaturgo e giornalista italiano, autore di testi di molte celebri canzoni in lingua napoletana.

Insieme a Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo ed E. A. Mario è stato un artefice della cosiddetta epoca d’oro della canzone napoletana.

Intorno al 1915 confezionò canzoni come Tu ca nun chiagne (musica di Ernesto De Curtis), Reginella (musica di Gaetano Lama), Chiove, ‘O Paese d’ ‘o sole e Lacreme napulitane, queste ultime due composte intorno al 1925 e legate al tema dell’emigrazione.

 

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.