Non c’è ombra di dubbio che l’incontro Lazio-Atalanta, giocata all’Olimpico, sia stata una delle partite più emozionanti di questa ottava di campionato che ha visto i nerazzurri bergamaschi dilapidare un parziale di tre a zero, messo in cassaforte dal 14′ al 37′ (2 Muriel, 1 Gomez) del primo tempo e dilapidato nella ripresa, sotto i colpi ferali di Ciro Immobile (ha realizzato due rigori) e Correa. A detta di Giampiero Gasperini, però, c’è stato un’altro protagonista ieri, nell’assolato pomeriggio capitolino, che ha sciolto il sogno della “dea” di portare via i tre punti; è l’arbitro Rocchi, il più titolato e osannato “referee” del nostro calcio che avrebbe regalato due rigori ai biancocelesti, dato il via alla rimonta, con il primo “inesistente” penalty e averla coronata al minuto 92 con una nuova massima punizione, che di concreto aveva solo (dichiarazione del mister) la furbizia di bomber-Ciro, “bravo” ad averci provato. Il gioco delle parti pretendeva a quel punto la risposta doverosa di Simone Inzaghi, allenatore avversario, che evidentemente era su un altro campo rispetto al bergamasco e che invece ha ravvisato, negli episodi, due rigori nettissimi, aggiungendo di non poter accettare le rimostranze del suo collega! Basta così? Noo…, perchè ad un certo punto son arrivati i commenti delle due società: “Le affermazioni di Gasperini non hanno alcuna giustificazione alla luce della piena e riconosciuta fondatezza dei rigori provocati dalla sua squadra. Esse rappresentano anche un’offesa alla professionalità e alla correttezza di un giocatore come Immobile”, scrive la Lazio in un comunicato. “Non ci sono tesi fantasiose ne strampalate, solo il diritto di commentare” precisa l’Atalanta che riprende “il diritto della critica tecnica è sacrosanto ed è doveroso che i nostri tesserati esprimano liberamente il proprio pensiero, riguardo ad episodi sui quali è stato chiesto un parere”. Insomma un piccolo incidente diplomatico che ha messo del sano pepe in un campionato che la Var prova, giustamente, a disintossicare delle sue polemiche, dovute alle sviste arbitrali . Al di la degli episodi di Lazio-Atalanta comunque, gli esperti saranno lì a giudicare, a noi sembra che i presunti torti dei fischietti non trovino, in serie A, sempre le reazioni sdegnate dei danneggiati e lo stesso allenatore di Grugliasco non reagisca sempre con lo stesso vigore dialettico speso in questa occasione (vedere le dichiarazioni dopo una famosa semifinale di Coppa Italia di due anni fa, nella quale la sua squadra fu danneggiata, proprio contro i bianconeri). L’episodio di Torino al 92′, quando è stato negato al Bologna un rigore e lo stesso gol di Pjanic del 2-1 (da annullare) stanno lì a dimostrarlo. I felsinei, come altri prima di loro, accettano l’ingiusta decisione del direttore di gara con calma serafica e al di là di qualche comprensibile protesta immediata, si capacitano molto velocemente, evitando talvolta, pure le solite querelle nelle interviste del dopo gara. Rischiando di farci la fama di coloro che vedono ovunque la coda del diavolo e per chiudere le nostre “pseudo-illazioni”, possiamo dire che anche gli errori arbitrali si dividono in “digeribili e indigeribili”. Spesso dipendono dalla squadra contro la quale si subiscono.