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Teheran, teatro di un avvenimento rilevante

Da sempre sono esistite notizie che hanno fatto scalpore e che per lungo tempo sono state protagoniste, diffondendosi repentinamente tra le strade di ogni città di differenti parti del pianeta e sostandovi per un arco temporale durevole. In questo periodo, il Covid-19 si è conquistato la scena, è sulla bocca di tutti e nemmeno nei mesi futuri pare che scenderà dal palco. Ma non è l’unica news a circolare: dal “New York Times” si viene, così, a sapere che Abdullah Ahmed Abdullah, numero due di Al-Qaeda, Abu Muhammad al-Masri lo scorso sette agosto è stato ucciso, insieme alla moglie Miriam, da agenti israeliani, per ordine degli USA, lo scenario dell’avvenimento è Teheran, capitale israeliana.

Tre mesi fa, quindi, si sarebbe svolto questo avvenimento orribile, portatore di timore e preoccupazione. Fin dal principio, numerose sono state le voci concernenti questo episodio, ma la presunta conferma dei fatti è attuale. Le strade della capitale israeliana Teheran sono state attraversate da una moto, con in sella due persone, le quali hanno deciso di cominciare la strage il 7 agosto, giorno speciale, mica uno qualunque, data dell’anniversario dell’attacco alle ambasciate Usa. Finora si erano diffuse tante chiacchiere riguardo le due uccisioni, ma non era ancora stata annunciata da Al-Qaeda, neppure era stata ritenuta vera come notizia.

Al-Masri e Miriam sono stati eliminati tra le strade di Teheran; la moglie era vedova di Hamza bin laden, uno dei figli di Osama bin laden, il “caposcuola” di Al-Qaeda. La coppia si stava spostando in auto nella capitale iraniana ed è stata affiancata da una moto. Uno degli uomini a bordo, ha estratto una pistola con il silenziatore, ha sparato cinque volte, i bersagli sono stati feriti da quattro proiettili, quanto è bastato a togliere loro la vita.

L’età del leader di Al-Qaeda era di 58 anni, uno dei principali fondatori della terribile associazione terroristica; si suppone, inoltre, che fosse stato considerato come il probabile successore posteriormente il suo capo attuale Ayman al-Zawahri.

Secondo le analisi dell’accaduto del Nyt, è ancora ignoto il ruolo svolto dagli Usa all’interno dell’episodio, e, nella veridicità dell’ipotesi, quanta influenza abbia avuto. Per lungo tempo, è comunque evidente che gli Stati Uniti hanno rintracciato e seguito le azioni di Al-Masri e di altri rappresentanti di Al-Qaida nel territorio iraniano.

Come se non bastasse, era 10 milioni di dollari, la cifra folle, allo stesso tempo allettante, offerti per la cattura di quello che è considerato un “nemico“. Nella lista delle persone ricercate per terrorismo la sua foto non è ancora stata cancellata. La data del 7 agosto, ma di 22 anni fa, dettagliatamente del 1998, ha simboleggiato e tutt’ora rappresenta un momento importante, il giorno degli attacchi alle ambasciate degli Stati Uniti in Tanzania e Kenya, la cifra delle vittime ammonta a 224. Un individuo accusato di rappresentare di una delle menti di quell’atto, era proprio Al-Masri.

Tesi subito respinta dall’Iran, da Teheran arriva una smentita, l’informazione viene considerata falsa. Il ministero degli Esteri iraniano si è espresso a riguardo e, senza peli della lingua, ha accusato l’Israele e gli Stati Uniti di aver scaricato la responsabilità delle azioni criminali di Al-Qaida e di altre associazioni simili, collegando l’Iran a tali gruppi con delle notizie poco veritiere, portatrici di futili e gravi dicerie. Informazioni rilasciate da Saeed Khatibzadeh, portavoce del ministero: in un comunicato, quest’ultimo induce i media statunitensi ed internazionali a non sostenere questi “scenari degni di Hollywood“.