Una crisi senza soluzione di continuità attanaglia il Napoli, con l’ennesimo pareggio allo stadio Friuli di Udine, che relega ancora di più la squadra Azzurra nella anonima posizione di centro classifica, distante ormai 10 punti dal quarto posto, che consentirebbe l’accesso perlomeno in Champions.
Una striscia di risultati che lascia fuori dai radar la vittoria per i partenopei da 7 turni, fatto questo inusuale sia per l’allenatore Carlo Ancelotti, che nella sua carriera non ha mai collezionato una striscia al negativa così lunga, sia della squadra partenopea che dai tempi di Mazzarri non ricordava un periodo così buio. 7 partite senza Vittoria collezionando sei pareggi ed una sconfitta, rappresentano lo specchio di quello che in questo momento è la squadra e la società calcio Napoli, probabilmente colpevoli tutti di un andamento che lascia davvero ben poche riserve sull’atteggiamento con cui si è approcciato il campionato odierno. Giocatori svogliati, che dalla data infelice della diserzione, non hanno mai manifestato alcuna volontà di ravvedimento, fotocopie di quelli che sembravano essere i predestinati ad un campionato che puntavano un obiettivo neanche più tanto nascosto, quale quello della conquista dello scudetto. Alla luce peraltro dei risultati dell’ultima giornata, con l’ Inter fermata in casa dalla Roma e la Juventus sconfitta 3 a 1 all’Olimpico contro una Lazio straripante, il rammarico è ancora maggiore e non vedere il Napoli nel lotto delle pretendenti è una cosa che avvilisce lo sport e soprattutto i tifosi partenopei, che non avrebbero meritato questa umiliazione.
Non ci sono scusanti che reggano con in primis i calciatori ir-responsabili protagonisti in negativo, esempio da non imitare, per come si sono messe le cose, con l’ultima infelice uscita. La dimostrazione l’ha data ancora una volta il campo. La formazione schierata ad inizio gara Infatti è in buona sostanza quella titolare, con Mario Rui che ritorna titolarie sull fascia sinistra e unico assente Allan. Fatto sta però che si è dovuto attendere al minuto 52′ per vedere il primo tiro in porta del Napoli, contro una squadra che seppur ben messa in campo, ha più di una spanna di distanza, in termini di qualità, rispetto alla formazione partenopea. Mertens e Callejon ritornati dal primo minuto, hanno dato un apporto praticamente nullo, lo stesso dicasi di Insigne, addirittura sostituito dopo i primi 45 minuti. Unico che è sembrato manifestare perlomeno una volontà maggiore in campo è sembrato il messicano Chucky Lozano, peraltro mai servito adeguatamente dai compagni e lasciato in penosa solitudine a vagare nell’ area avversaria. A centrocampo si è fatto mancare l’agonismo e la dinamicità di Allan, nella fase di contenimento e il gol in contropiede scaturito da un passaggio filtrante di Fofana, rappresenta la evidente dimostrazione, che la difesa senza un adeguato filtro del centrocampo non riesce a reggere il colpi e soprattutto senza l’aiuto degli attaccanti, incapaci di costruire la più elementare delle azioni, non può che far confidare solo nei miracoli.
Valga ad esempio un azione in ripartenza del Napoli alla mezz’ora del secondo tempo, con Mario Rui che non sapeva a cui passare la palla per l’assenza di unomini in fase di proposizione, rivolgersi in malo modo a Mertens, che nella serata del rientro da titolare sembrava addirittura stanco prima ancora di entrare in campo. Allo stesso modo Callejon e Insigne la cui vena realizzativa si è persa dalla notte dei tempi e incapaci di fornire assist degno di nome ad un emarginato Lozano.
Una situazione questa che, non ce ne vogliano i calciatori, quasi cercata, che merita inevitabilmente dei seri provvedimenti. Vedere giocare infatti in queste condizioni uomini come Insigne, Mertens e Callejon, significa davveo vanificare ulteriormente non solo le possibilità di accesso nella zona Champions, quanto addirittura quelle in area Europa League e se questa fosse il preludio a questo punto c’è davvero da preoccuparsi anche per martedì sera, quando i belgi del Genk verranno a far visita il Napoli allo stadio San Paolo, in una partita decisiva per il passaggio del turno agli ottavi, che potenzialmente avrebbe dovuto essere solamente una passeggiata, ma per come si presentano oggi i partenopei, sembra una montagna da scalare.
Occhio al Genk dunque e speriamo che il tempo come sempra, sia la medicina migliore per guarire la crisi in cui si è ficcata questa squadra. Confidiamo ancora nel maestro Ancelotti, affinché con l’equilibrio, la saggezza e l’esperienza, possa dare la giusta carica ai suoi ragazzi e farli uscire dalle acque paludose in cui sono affondati.