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‘Ndrezzata: musica e danza tra mito e leggenda

La ‘Ndrezzata, simbolo della storia folkloristica dell’isola d’Ischia, può essere definita una sorta di poemetto epico popolare, un’elegia di tipo guerresco, ma al contempo un proemio di tipo amoroso.

La storia della ‘Ndrezzata è molto interessante, infatti, essa si ricollega perfettamente al Poema epico, del quale condivide, l’apertura, il cosiddetto proemio: “Io vengo da Monte Cupo / per darvi un gran saluto/. 

La ‘Ndrezzata tra storia e leggenda

La celebre danza, accompagnata da musica, è una vera e propria tradizione del territorio ischitano, forte attrazione per i numerosi turisti che ogni anno accorrono ad ammirarne la bellezza, e motivo di vanto per quanti appartengono al gruppo.

Ricordiamo che la famosa ‘Ndrezzata è, per tradizione, riservata ad un esclusivo “rango” di famiglie, come i Di Costanzo, Di Iorio, e altri ancora, fattore che cancella la derivazione (presunta) di tipo teutonica. 

Storicamente, si contrappongono diverse sfumature di pensiero; l’ipotesi più accreditata è quella di quanti affermano che essa affondi le proprie radici nella cultura mitologica greca, diffondendosi sul tutto il territorio ischitano in seguito all’attività dei primi coloni Eubei, fondatori di Pithecusa, l’attuale Isola d’Ischia.

Proprio in riferimento a questa ipotesi, la Ndrezzata, intesa come ballo dato da un intreccio di mazzarielli, (lunghi bastoni in legno) sembrerebbe ricordare in realtà la danza delle Ninfe inviate da Zeus, con Afrodite, per dare conforto a Demetra, addolorata per il rapimento della figlia Persefone. Secondo la tradizione, le Ninfe danzavano al ritmo dei colpi battuti dai Satiri con spade di legno su manganelli, accompagnando la melodia della cetra d’oro di Apollo.

La storia prosegue narrando che il dio, si innamorò della ninfa Coronide presso la sorgente di Nitrodi a Buonopane, proprio dove presero vita le danze. Da questa unione nacque Esculapio, il quale, per vendicare l’uccisione della madre ad opera di Apollo, avvelenò le acque della fonte, rendendo litigioso chiunque si abbeverasse presso di essa.

Le Ninfe decisero però di tramandare la danza della ‘Ndrezzata alle popolazioni del luogo e riunirono presso la sorgente gli abitanti di Barano e di Buonopane. Questi, dopo la danza, si rinfrescarono nelle acque contaminate e da allora vissero in continuo litigio.

In realtà, proprio negli archivi della chiesa di Buonopane, è stato ritrovato un manoscritto che racconta del litigio avvenuto tra un abitante di Barano e un cittadino di Buonopane, innamorati della stessa donna; i due uomini, decisero di sfidarsi, presso il Ponte che divide i due Paesi.

Musica, sinfonie e ammirabili passi di danza

Importante precisare che la ‘Ndrezzata, oltre ad essere un motivo di vanto per l’intera isola d’Ischia e in particolare modo per i “buonopanesi”, si configura come un vero e proprio rituale, scandito da tre momenti principali. La prima fase è caratterizzata dalla sfilata dei diciotto danzatori guidati dal caporale, colui che recita la predica, accompagnati da clarini e tammorre.  Come i Satiri, i danzatori impugnano un mazzariello e una spada, intrecciandole molto velocemente, al ritmo dei suonatori. 

Nel corso della danza, due sono le figure principali: la formazione della rosa con l’intreccio dei mazzarielli, con le mani rigorosamente rivolte verso l’altro, e l’elevazione su di essa del caporale. Una scena che rimanda alle lotte, ma anche a situazioni amorose o a fughe, degne di un poema epico.

‘Ndrezzata: curiosità e aneddoti

Come già accennato, la danza, attraverso le parole del testo che accompagna i danzatori, rimanda ad una precisa collocazione geografica: Monte Cupo, ossia l’antica Moropano, un casale del territorio di Barano. 

Il costume dei danzatori ma anche di quanti suonano, rimanda all’abbigliamento ricorda dei pescatori, con camicie cucite al panciotto di tela,  pantaloni che coprono il ginocchio e con delle stringhe allacciate alle estremità; ai piedi invece, dei sandali in cuoio.

La ‘Ndrezzata, in tutta la propria bellezza e sinfonia, appare anche nel celebre film diretto ed interpretato da Leonardo Pieraccioni, Il paradiso all’improvviso, girato ad Ischia.

Dal punto di vista prettamente musicale, la melodia vera e propria è data dal canto, definibile corale, poiché si sentono le voci di tutti i componenti, accompagnato da tamburelli e clarini, mentre il ritmo è dato dal velocissimo battito dei bastoni che picchiano l’uno contro l’altro. Per quanto concerne gli strumenti di accompagnamento, sono utilizzati come dicevamo, soprattutto quelli a corda e a percussione, ma anche strumenti a fiato.

Una danza da ammirare e soprattutto da osservare negli occhi attenti dei danzatori che, senza sosta e senza stancarsi, danno il meglio di sè, in una tradizione che non conosce tempo.

Anche se ogni momento è buono per danzare, in realtà due sono gli appuntamenti ufficiali: a Pasquetta e il 24 giugno, ricorrenza di San Giovanni Battista, patrono di Buonopane.