giovedì 28 Marzo, 2024
15.7 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

spot_img

Interruzione della gravidanza: referendum del 1981

Il 17 e il 18 maggio del 1981, gli italiani votarono se confermare o meno la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza.

Dunque, la legge sull’aborto è la legge 194, approvata il 22 maggio 1978. Con quel referendum, gli italiani dovevano confermare o meno l’annullamento di quella norma giuridica.

Quindi, in cosa consiste questa legge? La legge sull’aborto regola le prassi e le procedure per l’aborto volontario. Infatti, tale norma stabilisce che esso si può fare solo entro i novanta giorni dal concepimento.

In aggiunta, si chiarisce che tale norma riconosce alla donna il diritto di interrompere gratuitamente in strutture pubbliche gravidanze indesiderate.

Pertanto, in questo referendum, si chiedeva agli italiani di esprimere il loro parere su due questioni:

  • La proposta radicale prevedeva la liberalizzazione di tutti i procedimenti che si riferiscono all’interruzione volontaria di gravidanza. Questa proposta sosteneva anche l’eliminazione del divieto per le ragazze minorenni o per coloro che praticassero l’aborto dopo i 90 giorni.
  • La proposta del Movimento per la vita che si prefiggeva di contrastare totalmente l’aborto. Tale proposta ebbe l’appoggio di papa Giovanni Paolo II, che si espose a favore del diritto alla vita.

Per quanto riguarda tale referendum, l’opinione pubblica fu divisa in due. Infatti, ci furono molte manifestazioni in favore e contro tale legge nel periodo antecedente il referendum.

Inoltre, si evidenzia che alle urne andò il 75 % degli aventi diritto. In entrambi i casi, gli italiani votarono no e la legge 194 non fu ritoccata. 

Dunque, gli italiani respinsero la proposta radicale con l’88,4% e quella del Movimento della vita con il 68%.

Circa 40 anni fa gli italiani decisero di dire sì al diritto all’interruzione di gravidanza respingendo il 17 maggio 1981 i due referendum abrogativi che volevano modificare la legge 194.

Tuttavia, si ricorda che solo per motivi di natura terapeutica, si può effettuare l’interruzione anche tra il quarto e il quinto mese di gravidanza.

Infine, si specifica che la legge consente ai medici l’obiezione di coscienza.