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Giardino della Minerva, un tesoro nascosto nel cuore di Salerno

La Campania è un luogo fantastico, impregnato di meraviglie e splendori, i quali costellano e valorizzano sempre più il territorio. Alcuni tra questi spazi sono occultati, oltre ad essere scarsamente illustri; spesso, però, sono proprio tali località che incantano e rapiscono maggiormente lo sguardo degli individui. Basti pensare al Giardino della Minerva, spazio ammirevole con sede nel centro antico di Salerno, denominato “Plaium montis“, lungo un percorso il quale conduce al Castello di Arechi.

Si tratta un orto botanico dalle dimensioni incredibili, sorto centinaia di anni fa. Durante l’arco temporale del Medioevo fu sfruttato come “Giardino dei semplici” dagli alunni della scuola medica salernitana con finalità didattiche. Per questo ed altri motivi, fu considerato una sorta di precursore degli orti botacini moderni, secondo un’accezione completamente differente rispetto alla tradizione.

Giardino della Minerva: una ricchezza immersa nell’antichità di Salerno

In principio, dettagliatamente dal XII secolo, questo luogo apparteneva alla famiglia Silvatico; una pergamena, custodita nell’archivio della Badia di Cava de’Tirreni, testimonia questo antico legame. Nel primo ventennio del 1300, il maestro Matteo Silvatico prese la decisione di realizzare un antesignano di tutti i futuri Orti botanici europei, il cosiddetto “Giardino dei semplici“. Per questo motivo, tale spazio, chiamato anche “Opus pandectarum medicinae” ha assunto, nel corso degli anni, una rilevanza significativa. Oltre ad un’attività didattica, in questo giardino di straordinario valore culturale furono coltivate particolari tipologie di piante, da cui si ricavavano poi principi attivi utilizzati a scopo terapeutico.

Alcuni secoli a venire, Diego del Core acquistò e restaurò il Giardino della Minerva con l’abitazione circostante. Dall’atto notarile, firmato per acquisire i diritti della proprietà, emerse una prima descrizione di quel giardino: “una loggia parte coperta a lamia a vela sostenuta da pilastri e parte scoperta e pavimentata attorno, coi suoi pezzi d’astrico del quale si gode il mare e i monti circonvicini, con una fontana in destra di essa con acqua perenne“. Un vero splendore, dalle dimensioni incredibilmente vaste.

Ma fu Giovanni Capasso l’ultimo possidente della proprietà, la quale, successivamente, fu poi ceduta ad un’istituzione benefica. Il professore fu convinto, infatti, dall’avvocato Gaetano Nunziante, presidente dell’Asilo di Mendicità. Una decisione saggia, che offrì poi a tutti la possibilità di ammirare quella meravigliosa struttura.

Ristrutturazione della proprietà

Nel 1991 avanzò l’ipotesi di un progetto di ristrutturazione della proprietà: realizzare un Orto botanico in onore di Silvatico e del suo Giardino dei semplici. Soltanto nove anni più tardi il programma è stato rispettato e portato a termine dall’Amministrazione Comunale, sfruttando il supporto del piano europeo “Urban”.

Alcuni elementi, venuti alla luce durante la fase di restaurazione e ammirati dai visitatori, risalgono al XVII/XVIII secolo. Tra questi, quello più caratteristico e particolare è la scalea, costituita da alcuni pilastri di forma singolare. Questo elemento è stato edificato sulle mura antiche delle città e consente di contemplare un paesaggio mozzafiato. Il luogo, inoltre, è caratterizzato da un caratteristico microclima, il quale permette di coltivare differenti specie vegetali.