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Giuseppe conte rimette a Mattarella il mandato.

Nel discorso del primo ministro Giuseppe Conte nell’aula del Parlamento, nella quale grazie alla diretta televisiva, si è  ha avuto la possibilità di registrare numerosi vuoti, nonostante la gravità della situazione, il concentrato di tutti i malesseri che affliggono la nostra Repubblica.

Dopo 14 mesi, durante i quali il nuovo Governo a fronte di un patto iniziale ha disatteso le aspettative degli elettori, risultato trascinato in una crisi seppur non inaspettata, sicuramente non voluta ne desiderata dai cittadini italiani, le parole  del Premier hanno manifestato tutto il disagio che ha gravato nel corso del mandato creando una perenne  alea di incertezza nei lavori parlamentari, impantanando qualsiasi decisione, declinandola sistematicamente al rango di un Lodo. Gravi e pungenti, seppur nella loro misurata esposizione, così come nello stile del Primo ministro,  gli strali lanciati da Giuseppe Conte all’indirizzo del vicepremier Matteo Salvini, reo di una non leale collaborazione, per non avere rispettato i patti  e di avere scatenato una crisi di governo dopo appena 14 mesi dal suo insediamento. Dal canto suo il leader della Lega ha espresso tutto il suo risentimento, ritenendo di non avere potuto proseguire oltre a causa dei ripetuti e continui dissidi con il Movimento 5 Stelle nella persona del ministro Luigi Di Maio, reo di aver adottato semplicemente una politica del No alle iniziative della Lega.

Forte, sentito ed accorato l’ intervento della senatrice Taverna, che con un durissimo  j’accuse nei confronti del ministro Salvini, ha posto in evidenza tutte le disgrazie di cui si è reso responsabile,  su cui pesa come un macigno, lo scandalo delle tangenti russe ad oggi non spiegato né al parlamento, seppur esplicitamente richiesto, né ai cittadini italiani. Grava peraltro sul capo della Lega la controversa decisione di ritirare nelle ultimissime ore, la mozione di sfiducia, lì dove proprio loro erano stati i promotori, chiedendo un ritorno anticipato alle urne.

Renzi nel suo intervento ha fatto chiaramente capire di non essere favorevole ad alcuna coalizione e allo stesso, modo il ministro Meloni ha espresso la volontà ferma di Fratelli d’Italia di ricorrere al giudizio degli elettori.

In un clima quindi di Tutti contro tutti, dove ancora non si capisce bene chi potrà detenere la maggioranza, che per quanto è dato capire non potrà che nascere dal frutto di una coalizione e quali saranno le sorti del paese, il Primo Ministro Conte nell’intervento conclusivo, ha riferito di volere presentare le proprie dimissioni direttamente nelle mani del presidente Cossiga, al quale toccherà a questo punto convocare le parti in contesa, per verificare se sussistano le condizioni di una nuova maggioranza, per continuare con un governo che dia stabilità e continuità al paese, o se invece ricorrere direttamente al giudizio degli elettori.

Non resta quindi che attendere la  giornata di giovedì, a seguito della quale si avrà l’esito della consultazione, che fornirà lumi su quelli che saranno i destini della Repubblica.