

Novità interessanti per i titolari delle attività di ristorazione in Italia. La pandemia da Covid-19 ha duramente provato il settore dei pubblici esercizi, costretti ad adeguarsi a restrizioni rigide che, in alcuni casi, hanno comunque condotto alla chiusura. I dati della Coldiretti riportano gli ultimi aggiornamenti.
I dati della Coldiretti e gli ultimi sviluppi
Sono circa 220mila i ristoranti, le pizzerie, gli agriturismi e i bar che possono riaprire nelle regioni gialle, con il servizio al tavolo. Un numero che comprende 6 attività su 10. Questi sono i dati presentati da Coldiretti, esaminando gli effetti della nuova ordinanza, firmata dal ministro della salute Roberto Speranza, in vigore dal 10 al 15 gennaio.
Secondo questo provvedimento restano in zona arancione le seguenti regioni: Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto, mentre le altre sono gialle. Nelle 5 regioni arancioni vivono 26,3 milioni di italiani sottoposti a restrizioni su spostamenti, orari e attività.
La mappa delle zone arancioni comprende la Lombardia, con i suoi 10,1 milioni di abitanti, la Sicilia con 4,9 milioni, il Veneto con 4,9 milioni, l’Emilia Romagna con 4,5 milioni e la Calabria con 1,9 milioni. La nuova area arancione blocca, secondo quanto dichiarato da Coldiretti, 140mila attività, tra bar, agriturismi e ristoranti, con effetti negativi sul settore che ha già perso il 48% degli incassi durante il 2020.
Gli effetti della chiusura sul settore agroalimentare
La Coldiretti continua la sua minuziosa analisi, secondo la quale gli effetti della chiusura delle attività si fanno sentire sull’intero settore agroalimentare. Infatti è stato registrato un altissimo numero di ordini disdetti per le forniture di prodotti in questo ambito. Tra questi abbiamo: vino, olio, carne, pesce, frutta, verdura, salumi e formaggi che trovano nel mercato fuori casa un canale molto importante.
L’analisi della Coldiretti: necessario un sostegno economico per l’economia e l’occupazione
Inoltre, evidenzia la Coldiretti, in settori come quello Ittico e Vitivinicolo, la ristorazione costituisce la principale forma di commercializzazione. Per tale motivo, le limitazioni alle attività di impresa devono essere supportate da un adeguato sostegno economico, necessario per salvare l’economia e l’occupazione.
Un settore florido ridotto all’osso, che richiede impegno, e precise linee d’intervento, per potersi risollevare.
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