Antonio Canova è considerato il più importante scultore del Neoclassicismo e forse è quello che rappresenta maggiormente lo spirito di questo movimento.
Antonio Canova, uno dei più grandi scultori neoclassici, nato il 1 novembre 1757 a Possagno e scomparso il 13 ottobre 1822.
Nelle sue opere infatti Antonio Canova cerca sempre di riprodurre la bellezza: ideale del mondo antico. È ci riesce talmente bene che molto presto diventa un artista di fama internazionale.
Per un colonnello inglese realizza una delle sculture più famose: Amore e Psiche. Qui, oltre alla pe fezione estetica, recupera dal mondo classico anche i soggetti mitologici.
La scena rappresentata è quella in cui il dio alato Amore sta per baciare la bella Psiche, dopo che questa è svenuta per aver aperto un vaso da custodire per Ve nere. I due amanti si abbracciano incurvandosi con un sesto elegante e sospeso. La gamba di Psiche forma una curva che prosegue con l’ala di Amore e tutta la scultura è un connubio di armonia e perfezione.
Anche quando il soggetto delle sue sculture è una persona reale a lui contemporanea, Canova riesce a trasformarla in una tigura mitologica. E quello che fa con Paolina Borghese, sorella dell’imperatore Napoleone e moglie del principe romano Camillo Borghese.
Invece di farle un ritratto realistico Canova la raffigura come un’antica Venere sdraiata mollemente su un’ agrippina, una lunga poltrona con un alto schienale. Questa posa è già stata usata qualche anno prima dal pittore neoclassico Jacques-Louis David, per ritrarre Madame Récamier. Paolina Borghese, però, ha un atteggiamento molto più disinvolto e sensuale.
È nuda per metà del corpo, come la Venere di Milo, ha un’acconciatura dei capelli da donna dell’antica Grecia e tiene nella mano sinistra una mela.
E proprio la mela è il simbolo della vittoria assegnata a Venere nel famoso giudizio di Paride, l’eroe troiano che viene chiamato a decidere chi sia la dea più bella. Per questa ragione l’opera è conosciuta con il titolo Paolina Borghese come Venere vincitrice.
Per la moglie di Napoleone Giuseppina di Beauharnais, Canova scolpisce Le Grazie. Si tratta di un soggetto mitologico molto antico, ripreso con stili diversi dagli autori più vari, tra cui Botticelli. Tutti però avevano sempre rispettato l’impostazione classica, con la dea centrale vista di schiena e le altre due frontali o di fianco.
Canova stravolge duemila anni di tradizione: le altre le si stringono addosso in un abbraccio.
La dea che sta in mezzo è posta di fronte, mentre affettuoso.
Con questa nuova disposizione Canova riesce a dare grande armonia e dolcezza alle figure, anche se i loro volti non esprimono nessuna emozione. Le forme sono levigatissime e perfette; i corpi sono legati dal gioco di sguardi e dal drappo leggero che li avvolge o li attraversa.
Il gruppo scultoreo esprime una perfezione tale che un duca inglese dell’epoca, appena lo vede, ne ordina subito una copia per sé. E per questo che esistono due versioni delle Grazie: la prima conservata al Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo, la seconda al Victoria and Albert Museum di Londra. Le due copie sono identiche tranne che per un elemento: il pilastrino di rinforzo posto dietro le dee è in un caso squadrato, nell’altro tondo.
Antonio Canova: tecniche e fasi di lavoro
Per realizzare le sue sculture, Canova compie una serie di passaggi che gli consentono di lasciare ai suoi aiutanti le fasi di lavoro più lunghe e faticose.
- Per prima cosa dà forma alle figure plasmando piccoli bozzetti in argilla (7).
- Dal bozzetto di argilla ricava una versione in gesso con le dimensioni che avrà la scultura definitiva.
- Sul modello in gesso applica tantissimi chiodini, questi servono ai collaboratori come riferimento per riportare le misure sul blocco di marmo.
• Il procedimento avviene attraverso il cosiddetto telaio metrato, una gabbia che fornisce le coordinate di ogni punto, e grandi compassi, che aiutano a riportare le misure. In questo modo si riusciva a ottenere la copia esatta in marmo del modello in gesso. Dallo stesso gesso naturalmente si possono ricavare altre copie. È così che viene realizzata la seconda versione delle Grazie.
L’ultima fase di levigatura e lavorazione dei dettagli Canova la riserva per sé. Da questa dipende l’effetto di speciale morbidezza che han tutte le sue statue.
Canova ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte con opere come “Amore e Psiche” e “‘Le tre Grazie”. La sua capacità di trasformare il marmo in forme vive e delicate continua a ispirare artisti di tutto il mondo.

