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La violenza sistemica e giustificata

La violenza sistemica e giustificata  è un fenomeno complesso che investe tutti gli aspetti della nostra vita. La cronaca continua a riportare atti violenti. Violenza nel linguaggio, nei modi e nelle azioni. E tutti si sentono giustificati.  Dal parcheggiare un’auto alla coda alla cassa del supermercato  al commentare un post su un social, non c’è contesto in cui non venga esternato e dispensato odio, che inevitabilmente sfocia in violenza. E non si riscontra più alcuna differenza tra vita vera e vita virtuale. Fior fiore di sociologi, psicologi, e chi più ne ha più ne metta, hanno cercato di trovare una spiegazione al cambiamento comportamentale che ha investito l’umana specie negli  ultimi anni. L’unica differenza sostanziale è l’avvento del web e soprattutto della rete nata come agorà della libertà di espressione dove chiunque può produrre contenuti e interagire. Insieme alla rete sono nate figure a dir poco ambigue come hate speech e i trolls, definite forme di psicopatia online, che hanno l’obiettivo di commentare in modo provocatorio e dispensare cattiveria e violenza verbale approfittando dell’anonimato, dando così una falsa sensazione di sicurezza.  E questo (far) odiare funziona, che sia per vendere più giornali o per raccogliere like, per cercare capri espiatori o per manipolare l’opinione  pubblica. Allora il rispondere in replica in modo a dir poco inappropriato diventa una sorta di difesa e questo senso di  intolleranza porta a sentirsi giustificati nell’uso della  violenza verbale per contrastare l’odio che traspare da taluni commenti. La spiegazione si potrebbe ritrovare ne: ”L’uso problematico di internet viene definito come un utilizzo smodato, che comporta delle difficoltà nella vita di un individuo in ambito psicologico, sociale, educativo o lavorativo, a causa del troppo tempo passato sul web (Beard e Wolf 2001)”. A distanza di oltre un ventennio questa definizione risulta essere quasi un alibi non più applicabile e l’educazione, o meglio la mala educazione digitale, non dipende più dal tempo trascorso in internet, ma è la risultanza della sempre più netta scissione della personalità individuale tra il reale e il virtuale e quella che era  mala educazione si è tramutata  violenza verbale.  Ma in quale lasso temporale  questo modus operandi digitale ha lasciato il circoscritto ambito virtuale e si è  proiettata nella vita reale?
Sicuramente l’isolamento del 2020 dovuto all’emergenza sanitaria ha acuito le problematiche preesistenti  della rete e l’odio virtuale ha trovato spazio fertile per ingigantirsi di giorno in giorno, ma quando e come è riuscito in una delle maggiori trasformazioni socioculturali degli ultimi decenni ? Come si è arrivati a perdere il più comune senso civico raggiunto dalle società  nel XXI secolo?
Le più comuni regole dell’educazione e del rispetto reciproco sembra siano ormai un ricordo lontano di una generazione definita boomer.  Ma cosa spinge una persona di media cultura, con una buona educazione di base, e magari principi intellettuali e morali validi, ad avere taluni comportamenti? L’arroganza e  la tracotanza di poter pensare che tutto è dovuto da cosa  potrebbe essere stata scaturita e quali effetti a medio e lungo termine potrebbe avere sulle vite delle persone e sulla società in generale? La violenza sistemica e giustificata: un fenomeno che va studiato, approfondito, conosciuto e sicuramente contrastato.