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Alfonso V d’Aragona, il re Magnanimo di Napoli

Alfonso V el Magnánimo re di Aragona,  il 12 giugno 1442  viene incoronato re di Napoli.

Dopo una lunga e strenua lotta contro la dinastia angioina, per la successione al trono di Napoli Alfonso d’Aragona venne incoronato re di Napoli spinto da un’idea di intensa espansione sul mediterraneo e promotore di arti e cultura sia in Spagna che nella città Partenopea.

Il suo ingresso trionfale nella città, è tutt’ora mirabile dall’arco trionfale del Maschio Angioino volto a simboleggiarne il successo dinastico. Un fregio raffigurante il re, rappresentato alla maniera degli antichi imperatori romani.

Figlio di Ferdinando I, successore nei regni di Valenza, Maiorca, Aragona, Sardegna e Sicilia. Fu chiamato a Napoli dalla regina Giovanna II, che lo contrappose al pretendente al trono Luigi III d’Angiò, riconquistando in tal mondo buona parte del regno. Sconfessato, ritornò in Aragona.

Con forza tentò di ritornare nel 1432 e poi nel 1435 alla morte della regina Giovanna, scontrandosi con Renato d’Angiò supportato però dal Papa, dai Visconti e infine da Venezia, Genova e Firenze.

Sconfitto e fatto prigioniero a Ponza, Alfonso, fu messo nelle mani del Visconti che dopo svariati voltabandiera, lo liberò.

Nel 1436 Alfonso, riuscì a nominare il fratello Giovanni, come luogotenente a Valenza e Aragona, imponendosi infine come re di Napoli, assediando la città il 12 giugno 1442.

Il re ebbe il merito di favorire una straordinaria rinascita culturale in cui si svilupparono motivi e principi di un nuovo linguaggio. Promotore di quel che è stato considerato come il ” Rinascimento meridionale”, un sovrano mecenate che attirò a sé intellettuali come Lorenzo Valla, il Panormita, il Pontano diffondendo arte e cultura nel regno.

Inizialmente malvisto per aver introdotto costumi e istituzioni ispanici, si guadagnò l’appellativo di ‘ Magnanimo’ facendo decadere la falsa reputazione dei catalani, considerati avari.

Gli immensi piani sul mediterraneo lo proiettarono a stringere e a sostenere prima lo Scanderbeg in Albania contro i Turchi e poi a mettersi in contatto con gli stati delle coste africane.

Lucido e severo sui controlli finanziari causa, il gravoso dispendio economico dovute alle ripetute guerre, Alfonso ha incarnato perfettamente il ruolo di un re forte, determinato e generoso, riuscendo a ristabilire equilibrio e floridezza alla città partenopea dell’epoca.