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Confindustria:”L’Italia rischia di scivolare economicamente “

Confindustria l’Italia “Ha assistito ad un 2020 catastrofico sotto il punto di vista economico e se non ci rialziamo presto rischiamo di fare il bis in questo 2021, e non ce lo possiamo permettere dato che stiamo raccogliendo ancora i -cocci- di un un anno appena passato devastante”.

 

Secondo Confindustria l’Italia “rischia di scivolare indietro”, “il Parlamento migliori il testo”: è duqnue proprio questa la posizione espressa da Confindustria, oggi in audizione con la dg Francesca Mariotti. Considerazioni pesanti, che non lasciano ben sperare.
Un italiano su 5 resta disoccupato, una percentuale vertiginosa e preoccupante.

Il resto dell’Europa non vive anch’esso un momento roseo dell’economia piuttosto affanna a riprendersi, industrie, aziende, fabbriche in declino, persino le piccole imprese dei beni di prima necessità.
Le compagnie aeree prepotentemente colpite registrano 53 milioni di passeggeri registrati per tutto il mondo nel 2020 rispetto ai circa 140 milioni del 2019.
È una crisi a 360° senza precedenti e sicuramente senza una certa ripresa rapida e immediata.
Ci vuole costanza e coraggio per cercare equilibrio, il governo deve giocare la sua parte indispensabile.

Il testo, rilevano gli industriali, “fa registrare alcuni passi avanti rispetto alle precedenti versioni, ma rimane ancora lontano dal livello di dettaglio richiesto dalla Commissione Europea.

Un epilogo abbastanza “drammatico” per l’economia che cerca in qualche modo di risalire in alto. Ecco che come sottolineato da Confindustria l’Italia versa in una grave condizione.

Anche la nostra borsa, (Milano) torna a scendere infatti torna a scendere Piazza Affari (-1,6%) nel primo pomeriggio, in linea cn le altre principali Borse europee e con i future Usa in rosso, tra le incertezze causate dal Covid 19, con l’aggiunta delle difficoltà di approvvigionamento per i vaccini. In Italia lo sguardo è per l’esito delle consultazioni per la crisi di governo, che non muove lo spread, fermo a 115 punti, che non favorisce però le banche, con cali vistosi per Bper (-4,6%) mentre l’assemblea approva la riforma dello statuto, Unicredit (-2,7%), Mps (-2,6%), Banco Bpm (-2,2%) e Intesa (-2,2%).