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John F. Kennedy: 56 anni dall’attentato del 22 novembre 1963

Sono passati 56 anni dalla mattina del 22 novembre 1963, giorno dell’attentato a John F. Kennedy: erano le 11:40 quando il presidente arrivò, con la consorte Jacqueline, all’aeroporto di Love Field. Per quella mattina era prevista una visita ufficiale a Dallas, programmata circa cinque mesi prima dal presidente, dal vice Lyndon Johnson e da John B. Connally, il governatore del Texas. Una visita che, però, finirà in modo quanto mai inaspettato.

Il percorso, approvato il 18 novembre, fu pubblicizzato molto dalla stampa. La limousine presidenziale avrebbe dovuto attraversare la città fino a Trade Mart in un giro di circa 45 minuti tra la folla, a testimonianza dell’amore degli elettori per JFK. La corsa, però, è passata alla storia per altre ragioni: alle 12:30 Lee Harvey Oswald, attivista, operaio ed ex militare, ferì a morte il presidente con un fucile.

A bordo della limousine, col presidente, sua moglie Jacqueline, il governatore del Texas Connally, gravemente ferito, e sua moglie Nellie. Secondo la ricostruzione ufficiale, il primo colpo di fucile ferì il presidente John F. Kennedy all’altezza della Texas School Book Depository. Il secondo colpo colpì JFK alla nuca e l’ultimo alla testa, il colpo fatale. Kennedy morirà in ospedale all’una dello stesso giorno, accompagnato fino all’ultimo istante dalla moglie Jacqueline.

L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy: le indagini e il colpevole

Tra il 1963 e il 1964 una commissione speciale si occupò delle indagini riguardo l’attentato, la commissione Warren. La commissione sostenne che Oswald fosse l’unico cecchino quel giorno e che i colpi fossero tutti partiti dal sesto piano all’angolo del deposito di libri scolastici. Ma la storia col passare del tempo non convinse il popolo americano, dando vita a varie teorie del complotto.

Fatto sta che soli due giorni dopo l’assassino di John F. Kennedy, Lee Harvey Oswald, subì lo stesso tragico destino. Stava per essere trasferito da Dallas alla prigione della contea quando Jack Ruby, un criminale detenuto dalla polizia di Dallas, gli sparò nei sotterranei della centrale, uccidendolo.

Jacqueline Kennedy: un’immagine iconica

Alle 14:38 il vicepresidente Lyndon, con Jackie Kennedy al suo fianco, giurò fedeltà alla costituzione diventando il 36° presidente degli Stati Uniti.

Passata alla storia è l’immagine di Jacqueline Kennedy dopo la morte del marito, John Fitzgerald Kennedy. Jacqueline tornò a Washington sullo stesso volo che trasportò la bara di JFK, atterrando intorno alle 18:00 in una base vicina alla città. La bara fu immediatamente caricata su un’ambulanza per l’autopsia.

Quando Jacqueline salì a bordo aveva ancora il tailleur rosa del giorno macchiato del sangue di suo marito. Fino alla mattina del giorno successivo alla morte di Kennedy rifiutò di cambiarsi d’abito. Dichiarò: “Devono vedere cos’hanno fatto”. 

 

 

 

 

 

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.