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14 febbraio 1779, moriva James Cook

James Cook è stato uno dei più grandi navigatori ed esploratori britannici. Famoso per le sue tre spedizioni navali nell’Oceano Pacifico e per la scoperta di nuove terre.

Nato nel 1728 nello Yorkshire, figlio di un umile contadino di origini scozzesi, a 17 anni inizia a lavorare in un negozio di un vicino villaggio costiero, frequentato da marinai. Ed è proprio quest’esperienza a metterlo, per la prima volta, in contatto con la vita di mare, la quale si trasformerà, presto, nel suo destino.

A 18 anni, infatti, s’imbarca come mozzo sulla Freelove, a 21 anni diventa marinaio e, in seguito, è ufficiale su un bastimento mercantile.

Si arruola, poi, nella marina militare britannica, prendendo parte alla Guerra dei Sette Anni e combattendo, con successo, nei mari del Canada, contro la Francia. Durante il conflitto, si distingue sia come marinaio di grande talento che come abile cartografo. E sono queste sue qualità a garantirgli, nel 1768, il primo importante incarico: l’Ammiragliato inglese e la Royal Society decidono di inviarlo ad esplorare le terre sconosciute del Pacifico. Cook parte dall’Inghilterra, supera Capo Horn e raggiunge Tahiti il 13 aprile 1769. Prosegue, poi, verso Ovest, per giungere in Nuova Zelanda, dove si ferma per diversi mesi, al fine di cartografare l’intera geografia dell’isola.

Il 19 aprile 1770 approda sulle coste orientali dell’Australia, la leggendaria “Terra Australis”. Rischia il naufragio quando la sua nave, Endeavour, si arena sulla grande barriera corallina a largo del Queensland. Tuttavia, riesce a ripararla e a far ritorno in Inghilterra due anni dopo, superando il capo di Buona Speranza.

Nel 1772 parte per la sua seconda spedizione. Durante questo viaggio scopre la Nuova Caledonia e le Isole Sandwich meridionali, approda nella misteriosa Isola di Pasqua e supera i 70° di latitudine Sud, toccando addirittura le coste dell’Antartide.

Al suo ritorno, nel 1775, James Cook viene promosso Capitano e l’anno successivo s’imbarca per la sua terza ed ultima spedizione. Questa volta è alla ricerca di un passaggio a Nord-Ovest, tra Pacifico e Atlantico, attraverso l’Alaska. A capo della Resolution, arriva a Tahiti e, nel 1778, esplora le Hawaii. Da qui procede verso Est, raggiunge le coste americane e le percorre verso Nord, fino allo stretto di Bering, che però non riesce a superare. Deluso, inverte la rotta e ritorna verso le isole Hawaii. È qui che muore, il 14 febbraio 1779, a 50 anni, accoltellato da un indigeno.

Sono diversi i luoghi che oggi portano il suo nome: le Isole Cook (stato dell’Oceania associato alla Nuova Zelanda), il Monte Cook (il più alto della Nuova Zelanda, 3754 m), la cala di Cook (in Nuova Zelanda), lo stretto di Cook (che divide le due maggiori isole neozelandesi), la baia di Cook (insenatura dell’isola di Moorea, in Polinesia), Cooktown (in Australia), il ghiacciaio Cook (il principale delle Isole Kerguelen, in territorio antartico).