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Trovata una stella, gemella del nostro Sole

E’ da ormai molti anni che gli astronomi, basandosi sulle modalità di nascita delle stelle, che come tutti sappiamo nascono “in gruppi di centinaia e migliaia, dalla stessa nube di gas e polveri che si aggrega per instabilità gravitazionale”, come ci spiega Isabella Pagano,  dell’ Inaf di Catania ( Istituto Nazionale di Astrofisica) e che: “Con il tempo le stelle di questi ammassi si allontanano e si disperdono”, ci informano del ritrovamento di una delle tante altre stelle, gemella del nostro Sole.

Questa scoperta è stata fatta dal team dell’Istituto di Astrofisica portoghese coordinato da Vardan Adibekyan, la cui descrizione ritroviamo nella rivista Astronomy and Astrophysics.

Vardan Adibekyan ci spiega che: “può aiutarci a capire dove si trovava nella galassia e in quali condizioni si è  formato.”

I ricercatori che hanno preso parte al ritrovamento, grazie al satellite Gaia, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) , sono riusciti ad esaminare 20.000 stelle e tra queste hanno selezionato quelle più simili al nostro Sole.

Fra 20.000 stelle, quella che è risultata essere più simile per dimensioni, temperatura, composizione, luminosità e moto è stata HD186302, a 184 anni luce di distanza dal Sole.

Inoltre, secondo i ricercatori, la stella sembrerebbe avere anche la stessa età del Sole, ovvero 4,5 miliardi di anni, anche se, secondo Isabella Pagano: ” tuttavia i ricercatori ammettono che sono necessari altri studi per calcolarne meglio l’età”

Secondo gli esperti, questa scoperta è importante anche per la ricerca della vita nel nostro Universo e il prossimo passo sarà quello di cercare eventuali pianeti intorno a HD186302.

Infatti, finora, l’unico luogo di cui, con certezza, sappiamo essere adatto alla vita è il nostro Sistema Solare, ciò significa che tutte le caratteristiche del nostro Sole rappresentano elementi compatibili per la formazione della vita.

Con ciò, gli esperti credono che, se i dati riguardanti età, dimensione, temperatura, moto, composizione e luminosità risultassero essere le stesse del nostro Sole, in aggiunta ad eventuali pianeti nelle vicinanze della sua orbita, questi potrebbero avere le giuste condizioni per poter ospitare la vita.