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Tre donne sole, di Cesare Pavese: un libro dualìstico

Tre donne sole è un libro dello scrittore Cesare Pavese. Un volume meno conosciuto ma non per questo non degno di nota.

Il libro fu scritto tra il 17 marzo e il 26 maggio del 1949 e conclude il trittico intitolato La bella estate.

Trama

La vicenda è ambientata a Torino nel primo dopoguerra e ha per protagonistaClelia,u na donna matura, nata nel mondo operaio-contadino; la protagonista del romanzo fa ritorno nella città piemontese, oramai benestante dopo anni di fatica e una lunga “scalata sociale”.

Conosce Rosetta, Momina, Mariella, giovani donne della borghesia che rappresentano con le loro vite la vacuità, la scarsità di sentimenti, rapporti falsi, il cinismo, la negatività della loro classe.

Tre donne sole: un libro fortemente attuale

I personaggi di Tre donne sole sembrano rappresentare la dualità caratteriale di Cesare Pavese, tra il successo e l’orgoglio e la forte solitudine mista all’insoddisfazione che lo caratterizzavano.

Si potrebbe pensare che i due personaggi, Clelia e Rosetta, rappresentino le due parti ambivalenti di Pavese, Clelia la libertà e la soddisfazione e Rosetta la pena segreta e la disperazione.

Il mondo di Tre donne sole è descritto principalmente attraverso lo sguardo di Clelia; Cesare Pavese scrive da uomo, ma leggendo il romanzo si ha la sensazione che a narrare sia invece una donna. Clelia racconta la società del tempo, perfettamente contestualizzabile.

I temi trattati nel romanzo sono, infatti, temi ancora attuali, come ad esempio la differenza fra le classi sociali e la decadenza di quelle più alte. Da un lato Clelia, una donna proveniente dal proletariato, e dall’altro Rosetta, Momina e Mariella, che rappresentano l’alta società torinese.

Con gli occhi di Clelia, Cesare Pavese giudica una società intera e in essa una generazione il cui stile di vita sprofonda in un acuto quanto tagliente perbenismo, al quale si oppone un forte cinismo.

Dal libro è stato tratto un film, Le amiche, del 1955, diretto da Michelangelo Antonioni.

L’opera riscosse un buon successo di critica e venne premiata con il Leone d’argento alla 20ª Mostra internazionale del cinema di Venezia.