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Torna l’incubo Isis: sangue ai mercatini di Strasburgo

Il mercato di Natale di Strasburgo, il più antico di tutta la Francia, alle 20 di ieri sera, è stato lo sfondo dell’ultimo attentato terroristico, in ordine di tempo, firmato Isis. Una vera scena di guerra quella che si è svolta davanti agli occhi di migliaia di turisti in visita ai famosi mercatini natalizi: si sentono degli spari tra la folla, la gente comincia ad urlare e a fuggire, feriti e cadaveri lungo la strada.

Il bilancio tracciato dal ministro degli interni francese Christophe Castaner, durante la conferenza stampa, parla di quattro morti e dodici feriti, alcuni dei quali molto gravi. Tra questi ultimi, anche un italiano: si tratta del giornalista Antonio Megalizzi, inviato di Europhonica a Strasburgo in occasione dell’assemblea plenaria del Parlamento europeo. Il giovane è stato colpito da un proiettile alla base del cranio ed ora lotta tra la vita e la morte. Anche un poliziotto ha riportato ferite nella sparatoria.

L’assalitore, attualmente in fuga, è stato identificato: il 29enne Cherif Chekatt, nato a Strasburgo ma di origini algerine, ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco nella rue del Grandes Arcades, vicino alla Place Kleber, nel cuore della città, dove si trova il mercatino per poi fuggire verso la Grande Rue, dove si sono avvertiti altri spari. La zona è stata quindi isolata per un raggio di circa 200 metri attorno alla piazza Gutenberg, il traffico è stato deviato, per lasciare libera la strada alle ambulanze. ll sindaco della città, Roland Ries, ha raccomandato a tutti di blindarsi nelle proprie abitazioni.

“La polizia francese è ancora alla ricerca del terrorista. Probabilmente è ferito ma non è ancora stato individuato, la caccia all’uomo continua”, ha detto stanotte il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che si trovava all’assemblea plenaria a Strasburgo. “Il centro storico non è ancora sicuro”, ha aggiunto. Chekatt, era sfuggito al blitz avvenuto in mattinata nella sua abitazione, operazione che rientrava in un’inchiesta per rapina. Come comunicato da Stephane Morisse, membro del sindacato di polizia FGP, nella dimora dell’attentatore sono stati rinvenuti degli esplosivi.

L’algerino era stato condannato nel 2011 a due anni di prigione per aver ferito al volto un 16enne con il vetro di una bottiglia. Per la prefettura sarebbe già stato classificato come “S”, che corrisponde a “elemento religioso radicalizzato”.

Intorno alle 23, c’è stata una nuova sparatoria con le forze dell’ordine, che poi hanno fatto irruzione in un palazzo in rue d’Epinal dove si credeva che si fosse rifugiato. Sono stati controllati anche i due immobili vicini, ma dell’uomo nessuna traccia. Un elicottero continuava a sorvolare la zona.

Circa 350 uomini sono impiegati nella ricerca del killer che, dopo l’atrocità commessa, sarebbe fuggito in taxi.

Intanto sul web, la sparatoria veniva festeggiata dai soliti post deliranti dei sostenitori dell’Isis, come si legge in un tweet di Rita Katz del Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico in rete.

Cordoglio e vicinanza ai francesi da parte di Salvini e Di Maio: “Morti e feriti ai mercatini di Natale di Strasburgo. Per anni, da europarlamentare, questa città è stata casa mia e quei mercatini erano un momento di gioia per tutti – dice il ministro dell’Interno – una preghiera per le vittime, ma le preghiere non bastano più. Il mio impegno, da uomo e da ministro, è e sarà totale perché i terroristi vengano trovati, bloccati, eliminati, in Europa e nel mondo, con ogni mezzo lecito necessario”.

In un tweet, il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, scrive: “Siamo tutti vicini al popolo francese, colpito ancora una volta da un vigliacco attentato terroristico che ha causato morti e feriti”.

Oggi le scuole resteranno chiuse e si consiglia alla cittadinanza di ridurre al minimo gli spostamenti.

Già nel dicembre del 2000, ben prima dell’attacco dell’11 settembre alle Torri Gemelle, la città francese, con la sua cattedrale, erano state nel bersaglio di un piano fallito da parte dei jihadisti. E non perché si trattasse di una delle sedi del Parlamento Ue, ma per ragioni riconducibili alla religione.