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Sudafrica: muore l’arcivescovo che sconfisse l’apartheid

Desmond Tutu, l’arcivescovo del Sudafrica che ha demolito il razzismo con la forza delle sue parole, si è spento oggi a Cape Town all’età di 90 anni. E’ stato il volto sorridente della lotta contro l’apartheid.

Cos’è in breve l’apartheid?

La filosofia era quella di voler dare ai vari gruppi razziali la possibilità di condurre il proprio sviluppo sociale in armonia con le proprie tradizioni, di fatto una segregazione razziale.

Oltre che sul razzismo importato dal colonialismo britannico vi era un razzismo anche religiosa di origine calvinista-olandese su cui si basava la giustificazione teologica della separazione delle razze.

In Sudafrica, mentre i neri e i meticci coloureds costituivano l’80% circa della popolazione, i bianchi si dividevano in coloni di origine britannica ed afrikaner (maggioranza della popolazione bianca), erano da sempre favorevoli ad una politica razzista, mentre i sudafricani di origine inglese, erano più concilianti nei confronti dei connazionali neri.

L’arcivescovo anglicano, nel 1984, vinse il premio Nobel per la Pace come simbolo della lotta nonviolenta contro il regime razzista. Il presidente Obama l’ha definito “Uno spirito universale e una bussola morale”. Bernice King, figlia di Martin Luther King, si riferisce a lui come: “Un potente pellegrino sulla terra”.

Una volta finita l’apartheid, dopo che Nelson Mandela era stato eletto presidente del nuovo Sudafrica, Tutu per ideare la Commissione per la Verità e la Riconciliazione, creata nel 1995, dove in un doloroso processo di pacificazione fra le due parti della società sudafricana mise in luce la verità sulle atrocità commesse durante i decenni di repressione.

Il perdono fu accordato a chi, fra i responsabili di quelle atrocità commesse, avesse pienamente confessato. Ma tutto questo non bastava a Desmond Tutu, il quale ha inoltre rimproverato molto duramente l’omofobia presente nella società, nel potere e nella Chiesa anglicana.

Il presidente Cyril Ramaphosa ha espresso, “A nome di tutti i sudafricani, profonda tristezza per la morte di una figura essenziale della storia del Paese”. E lo ha definito un “Patriota senza pari, leader di principi che ha dato un vero significato alla dottrina biblica che la fede senza l’azione è morta”.

Papa Francesco tramite un telegramma ha sottolineato “Il suo servizio al Vangelo tramite la promozione dell’uguaglianza razziale e la riconciliazione nel suo nativo Sudafrica”, il Pontefice ha poi proseguito: “Affido la sua anima all’amorevole misericordia di Dio Onnipotente”.  Tutu si è battuto per la liberazione e la giustizia nel suo Paese, ma era anche preoccupato per l’ingiustizia altrove.