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Shopping 2.0: il modo di fare acquisti sta cambiando

Ormai è risaputo: questo, è stato un anno difficile per il commercio. Eppure, al di là delle difficoltà, la pandemia di coronavirus sta spingendo i negozi verso il cambiamento. Ad entrare nel tempo libero degli italiani uno shopping 2.0 con vetrine interattive ed intelligenza artificiale.

I dati riguardo il commercio, per il momento, non sono consolanti. Le vendite al dettaglio stanno crollando a livello mondiale, con una perdita di 500 miliardi di dollari. Il modo di fare shopping sta cambiando radicalmente e le serrande abbassate hanno avuto di certo un ruolo in tutto questo.

Il calo della domanda e l’aumento dei costi di mantenimento di un’attività commerciale hanno aguzzato l’ingegno dei negozianti. Così, irrompe nel tempo libero degli italiani uno shopping che si reinventa ogni giorno, nel tentativo di tenere testa ai colossi di e-commerce.

Per prima cosa, i clienti hanno adesso a disposizione modalità di vendita ibride. Di cosa si tratta? I commercianti stanno dando la possibilità di provare e toccare con mano articoli all’interno dei negozi senza aver a che fare con il personale.

In questo senso, molto supporto proviene dall’ingegneria e dalla robotica che mettono a disposizione sistemi robotizzati di intelligenza artificiale. Certo, tutto ciò è molto costoso ma potrebbe rivelarsi un brillante investimento a lungo termine.

Esiste, però, una soluzione più economica che sta modificando, difatti, il tempo libero degli italiani. Si tratta, infatti, dei ‘negozi smart’, negozi in cui possiamo fare shopping direttamente da casa nostra. Rivolgendosi ad applicazioni o a siti specializzati, le attività smart uniscono la familiarità col negozio di fiducia ad un sistema di e-commerce con consegna a domicilio. Sarà questo lo shopping del futuro?

Il cosidetto ‘shopping reinventato’ è uno dei cambiamenti tenuti sotto controllo da Euromonitor International. Le protagoniste delle statistiche restano Cina e Corea con avanzati sistemi di commercio ibridi.

Gli autori dello studio dichiarano: “il calo maggiore avviene per i rivenditori specializzati in abbigliamento e calzature. ⌈…⌉Al contrario, l’e-commerce e i rivenditori di generi alimentari più moderni hanno visto un aumento delle vendite stimolate dalle quarantene”.

Non resta che chiedersi se non sia questo, appunto, il futuro del commercio: lo shopping 2.0. Un processo accelerato dalle quarantene che, per la comodità dell’acquisto a domicilio, ci priva, però di uno shopping che ha in se stesso momenti di condivisione sociale.

 

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.