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Segregata in casa: una vicenda terribile

Segregata in casa per ventidue anni dal fratello e dalla cognata. Una storia che ha dell’incredibile e che fa discutere.

In realtà da quando si apprende sembrerebbe che tutti sapessero cosa accadesse in quella casa. Ma nessuno ha denunciato.

La donna era rinchiusa in una stanza piccola sul retro dell’abitazione principale, proprietà del fratello; la stanza aveva una finestra sola, chiusa dall’interno.
La donna ha raccontato di aver lanciato dei segnali, ha cercato aiuto ma nessuno ha fatto niente.

Dopo il ritrovamento della donna, segregata per ben ventidue anni, è stata aperta una inchiesta dai carabinieri per capire cosa sia realmente successo e perché nessuno ha parlato.

Casalcipriano è un paese dove si conoscono tutti. “Ma davvero siete venuti qui per liberarmi? Io in questo posto non voglio più starci”. Quando i carabinieri della compagnia di Bojano hanno aperto la porta della sua “prigione” la donna era terrorizzata.  È apparsa ovviamente molto spaventata, il corpo esile, malmenata è diffidente. 

Gli uomini dell’arma hanno saputo rassicurare la signora, che dopo poco tra pianti e sorrisi ha rivelato tutto. “Un pianto liberatorio” ha raccontato uno degli uomini dell’arma che è intervenuto nel blitz che ha portato alla liberazione della donna in quel casolare alle pendici della collina su cui è arroccato il borgo medievale di Casalciprano.

Condizioni igienico sanitarie deleterie, la signora poteva lavarsi una volta al mese, sorvegliata a vista, le era possibile uscire ogni due mesi per andare dal parrucchiere, ma accompagnata dalla cognata.

Elemento sul quale i carabinieri stanno indagando. Come è possibile che in un paese dove ci si conosce tutti, nessuno si sia accorto di niente?.
Ha sorriso per qualche istante per poi iniziare a piangere, un pianto liberatorio” racconta
uno degli investigatori che venerdì ha preso parte al blitz nel casolare dove la signora purtroppo è stata a lungo segregata. 

Dal 1995, una volta rimasta vedova, la donna viveva in quella casa con il fratello e la moglie che da un giorno all’altro avevano deciso di rinchiuderla, allontanandola da tutto e tutti, probabilmente per questioni di natura economica: per la riscossione della pensione del marito della povera signora.

La donna ha riferito di essere stata segregata, “Costretta al silenzio, erano schiaffi e insulti se parlavo senza che prima mi dessero il permesso”… e poi: “Mangiavo ciò che mi davano, richieste fatte a voce dalla finestra”. Nella stamberga in cui è stata detenuta per 22 anni non c’era nemmeno il riscaldamento e “d’inverno, per riparami dal freddo, usavo delle coperte… Poi indossavo gli abiti che avevo con me quando mi trasferii”.

Fratello e cognata attualmente sono indagati a piede libero per maltrattamenti e sequestro di persona. E in quel piccolo borgo dove si conoscono tutti, ci si chiede come sia possibile che nessuno abbia visto o notato niente. Mentre qualcun altro ha parlato di ipotetiche denunce non prese in considerazione.

Una vicenda terribile che lascia sgomenti tutti.