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Renato Guttuso: la sua scomparsa risale al 18 gennaio 1987

Renato Guttuso (all’anagrafe Aldo Renato Guttuso), il pittore esponente del realismo socialista e protagonista della pittura neorealista italiana, nacque il 26 dicembre 1911 nella cittadina siciliana di Bagheria.

Figlio di Gioacchino, agrimensore e acquerellista dilettante, e di Giuseppina d’Amico– che preferirono denunciare la nascita a Palermo il 2 gennaio 1912 per contrasti con l’amministrazione comunale di Bagheria dovuti alle idee liberali dei coniugi -il piccolo Renato manifestò precocemente la sua predisposizione alla pittura, frequentando presto vari studi di pittori locali dove imparò i primi rudimenti del mestiere. Per il suo impegno sociale e politico fu indicato come esponente del “Realismo Socialista”.

Trattò soggetti legati alla sua amata Sicilia, tematiche d’impegno sociale e politico, nudi, nature morte, paesaggi e ritratti con forza e carattere incisivi, vibranti di carica e forza espressiva spaziando stilisticamente tra il “Neorealismo Italiano“, il cosiddetto “Realismo Socialista” e l’ “Espressionismo“, caratterizzando la sua pittura con soluzioni formali estremamente solide, con un segno forte e deciso e colori vivaci e potenti.

Fu considerato tra i più significativi artisti italiani del ‘900 e durante la segreteria di Enrico Berlinguer, fu anche senatore per il Partito Comunista. Morì a Roma nel 1987.

Durante la sua carriera, Renato Guttuso ha collaborato con scrittori come Moravia e Vittorini, scultori come Manzù e Moore, poeti come Pasolini e Neruda, registi come De Sica e Visconti, musicisti come Luigi Nono e artisti come Picasso. Questi rapporti hanno influenzato i suoi lavori e ispirato dipinti, illustrazioni per libri, scenografie teatrali, collaborazioni cinematografiche, sodalizi letterari e politici.

Nel 1940 “ufficializza” il suo impegno politico iscrivendosi al Partito Comunista Italiano, allora clandestino. Sarà Guttuso a disegnare il simbolo del Partito Comunista Italiano, nel 1943. Nel 1976 viene eletto senatore della Repubblica italiana.

Nelle sue opere Guttuso non volle assolutamente edulcorare la realtà e l’attualità, ma mostrarla nella sua crudezza, quasi con violenza. Lui stesso affermava che “…è necessario che un artista agisca, nel dipingere, come agisce chi fa una guerra o una rivoluzione”.

Tra il 1940 e il 1941 creò una delle sue opere più famose, La Crocifissione. Il dipinto verrà apertamente criticato sia dalla chiesa cattolica che dal regime fascista. Il quadro viene posto sotto accusa per la nudità dei personaggi e per la crudezza della rappresentazione, evidente riferimento alla crudeltà della guerra.

Guttuso risponderà alle critiche con questa frase: “Li dipinsi nudi per sottrarli a una collocazione temporale: questa è una tragedia di oggi, il giusto perseguitato è cosa che soprattutto oggi ci riguarda”.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.