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Pompei: riportata alla luce nel 1748 dopo l’eruzione

In seguito alla devastante eruzione del Vesuvio del 79 d.C., la città di Pompei viene interamente distrutta da una colata di lava incandescente e cenere. Dopo quasi 700 anni, Carlo III di Borbone vuole riportare alla luce la città sepolta allestendo degli scavi archeologici, il quale tutt’ora comprende un’area di 44 ettari sotto tutela dell’UNESCO che lo ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Oggi, il sito archeologico di Pompei è il secondo monumento italiano per visite dopo il sistema museale composto Colosseo, Foro Romano e Palatino.

Gli scavi archeologici, iniziati nel corso del diciottesimo secolo, hanno contribuito a riportare alla luce un centro urbano con un ruolo importante all’epoca dell’Impero romano. Quando venne colpita da questa catastrofe, Pompei era infatti una città piuttosto fiorente e prospera con circa ventimila abitanti, le sue vie erano animate da botteghe di artigiani e commercianti e diversi suoi cittadini vivevano in ville lussuose, riccamente arredate e affrescate.

All’epoca dell’eruzione la città, come ogni centro romano, era costruita con una pianta strutturata a partire da un decumano e un cardo, le due vie principali che incrociandosi formavano quattro angoli retti. Attorno al foro principale, cioè nel cuore della città, sorgevano gli edifici dove si svolgevano le principali attività dei suoi cittadini, quali gli uffici, il tribunale, i templi, le terme, il mercato, i magazzini, i teatri e le palestre, le botteghe.

L’eruzione del Vesuvio inizia il 24 agosto 79 d.C, e, nell’arco di due giorni, la città di Pompei venne completamente distrutta ricoperta dalla lava ponendo fine alla vita dei suoi abitanti e della città. Nei giorni precedenti l’eruzione ci furono alcuni segnali: venne meno l’acqua nei pozzi e nelle fontane e ci furono alcune scosse di terremoto.

Arrivato il 24 agosto 79 d.C., il giorno dell’eruzione, nel primo pomeriggio, dal Vesuvio si sollevò una immensa colonna di vapori, fumo, lava, gas, cenere, anidride carbonica, creando così un insieme di sostanze che, scagliate verso l’alto dalle viscere del vulcano, formò come una torre. Questa colonna raggiunse un’altezza, pare di circa quindici chilometri e tutta l’area circostante al vulcano fu colpita da una incessante pioggia di pomici, detriti, e cenere creando vasti incendi.

Al mattino del 25 agosto, anche Pompei fu investita da una colata di lava e rimase sepolta sotto diversi metri di cenere. Gli abitanti di Pompei morirono, molti dei quali nel sonno e nel letto delle proprie abitazioni.

Pompei venne scoperta alla fine del sedicesimo secolo. Gli scavi archeologici veri e propri in questo sito sono però iniziati solo a partire dal 1748, preceduti da quelli avviati a Ercolano una decina di anni prima. Le tragiche ed eccezionali circostanze che hanno determinato la fine di queste realtà urbane ne hanno permesso, paradossalmente, una conservazioni senza uguali. Pompei, ad esempio, è rimasta intatta, la lava e la cenere hanno fissato e protetto tutto ciò che hanno ricoperto tra il 24 e il 25 agosto del 79 d.C.