Inflazione: carrello spesa rincara, +1,2% a ottobre. I prezzi del cosiddetto carrello della spesa (tra cui anche la verdura) con i beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano a ottobre e novembre dell’1,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, secondo i dati definitivi dell’Istat. A settembre avevano segnato +1%.
“Anche a ottobre l’inflazione al netto delle componenti più volatili, tra le quali quella degli energetici, caratterizzati dalla persistenza di tendenze negative dei prezzi, pur accelerando, rimane modesta”, commenta l’Istat. I dati tendenziali mostrano un’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari non lavorati e una minore ampiezza della diminuzione, che rimane sostenuta, di quelli degli energetici regolamentati. Accentuano invece la flessione i prezzi dei beni energetici non regolamentati. Aumenta l’acquisto di frutta e verdura.
L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe, rispettivamente da +0,1% a +0,2% e da +0,2%a +0,5%. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei beni energetici regolamentati e, in misura minore, di quelli dei beni alimentari non lavorati, solo in parte compensata dal calo dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti. L’inflazione città per città Venezia, Milano e Roma sono le tre città con l’inflazione più bassa a ottobre e novembre. Il tasso è rispettivamente del -1,4%, -1,2% e -1%. All’estremo opposto della classifica dell’Istat italiano,sui capoluoghi delle regioni e delle province autonome e i comuni con più di 150mila abitanti, l’inflazione più elevata si osserva a Bolzano (+1%), Perugia (+0,7%) e Trento (+0,6%). Complessivamente le città con inflazione negativa sono 19 su 30.
Per la verdura fresca aumenti del 5,4%, per la frutta +9,9%.