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Maria Callas avrebbe compiuto cento anni in questo dicembre

Avrebbe compiuto cento anni in questo mese, Maria Callas. Ma cosa l’ha resa “Divina” in meno di dieci anni di carriera dal 1949 al 1958?

La voce? Beh, Maria Callas aveva indubbiamente una voce di eccezionale estensione, circa tre ottave, dal Fa#2 emesso nell’aria “Arrigo! Ah, parli ad un core” (Vespri Siciliani), al Mi5 raggiunto nella Lakmé di Delibes («Dov’è l’indiana bruna») e nelle variazioni di Poch.

La sua immensa musicalità? Quando nel 1949 passó dalle Valchirie di Wagner ai Puritani di Bellini (un ruolo di agilità, contrapposto al drammatismo wagneriano), i critici iniziarono a parlare di fenomeno al punto che Teodoro Celli recuperò per lei la qualifica di “soprano drammatico di agilità”.

La presenza fissa alla Scala? Da quando sostituì Renata Tebaldi nell’Aida, quel palcoscenico fu il suo: fino al 1958 il soprano apparve alla Scala in ogni stagione.

Il Gossip? Il primo matrimonio con l’imprenditore Meneghini, di ventisette anni più anziano di lei, a cui segui la storia con Aristotele Onassis per il quale chiese il divorzio dal marito, ma che a lei preferirà Jacqueline, la vedova Kennedy.

Gli scandali artistici? Quando all’Opera di Roma, interrompe la Norma a seguito di un abbassamento di voce. Nel palco reale ci sono il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e Signora, che devono tornarsene a casa.

Maria Callas stabilisce un modo nuovo di cantare l’opera lirica, ogni volta diversa nei suoi quarantasette ruoli, che ogni volta zittiscono i suoi detrattori.

Ma il successo le volterà presto le spalle. Si spegnerà da sola, in un qualunque venerdì di settembre del 1977. Non ha ancora compiuto cinquantaquattro anni.