Luigi Di Maio si è dimesso dal proprio ruolo di capo politico del Movimento cinque stelle; la decisione ufficiale, arriva dopo giorni di indiscrezioni e presumibili tensioni interne.
Poco prima delle ore 18, Luigi Di Maio, ha preso la parola, salendo sul Palco del Tempio di Adriano, e visibilmente emozionato, ha riferito i dettagli della propria scelta, di certo non facile.
Alle 18.50 è arrivato l’annuncio ufficiale: “Mi dimetto da capo politico del Movimento 5 Stelle“. Prima, un intervento di un’ora in cui subito è entrato nel merito della questione, parlando del futuro del Movimento per parlare poi della propria scelta: “Il mio lavoro è iniziato un anno fa, dopo la delusione delle elezioni in Abruzzo e ora posso dire che è finito: da oggi parte l’avvicinamento agli stati generali. Oggi si chiude un’era e per questo ho deciso di leggere questo discorso che ho iniziato a scrivere un mese fa”.
Un discorso che l’ex capo politico dei Cinque stelle, ha stilato un mese fa, confermando le cosiddette “voci di corridoio”, che già anticipavano una decisione del genere.
Il discorso dell’oramai ex capo politico, si è basato fondamentalmente su due parole chiave, – fiducia e responsabilità – “che non ha avuto chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi responsabilità, è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle spalle”. Questo uno dei passaggi fondamentali e più significativi del discorso che Di Maio ha tenuto oggi.
Le funzioni che ricopriva il pentastellato Di Maio, passeranno, come previsto da regolamento del Movimento, a Vito Crimi, membro anziano del Comitato di garanzia, organo di controllo del Movimento 5 Stelle introdotto due anni fa insieme al nuovo statuto del partito.
Ricordiamo che il ruolo di Luigi Di Maio, 33enne nato ad Avellino, non è stato facile, spesso accusato e denigrato, soprattutto durante l’ultima campagna elettorale, quella del 2018, dalla quale però il Movimento uscì trionfante, con un risultato sorprendente, il 33%, il più alto della storia.
Oggi, dopo un periodo turbolento, arrivano le dimissioni del pentastellato, che senza giri di parole, ha espresso la propria opinione sulle procedure e azioni da intraprendere per ottenere dei risultati importanti e soprattutto per non perdere la fiducia di quanti hanno creduto e continuano a credere nell’operato del Movimento.
Immancabile il riferimento al guru del Movimento cinque stelle, Gianroberto Casaleggio, il quale spesso parlava a Di Maio, del ruolo fondamentale che ogni persona riveste nell’ambito delle istituzioni, e quanto a tal proposito fosse importante un oggetto, apparentemente insignificante, la cravatta, intesa come strumento di comunicazione. Quella stessa cravatta che Luigi Di Maio, indossava sempre, stasera, l’ha tolta, come segno di ringraziamento e affetto, davanti a tutti, mentre interveniva a Roma.
Le dimissioni di Luigi Di Maio, rappresentano una svolta, qualcosa di epocale, una scelta sicuramente ponderata, in un gruppo politico che si mostra essere sempre più saldo.