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Leonardo Sciascia, la raffigurazione delle eterne contraddizioni

Nonostante il trascorrere repentino degli anni, i poeti della letteratura italiana continuano ad esistere anche nel tessuto sociale odierno, manipolando le decisioni e le azioni portate a termine dagli individui. Tutti gli autori hanno giocato un ruolo rilevante all’interno della tradizione letteraria, ma alcuni più di altri sono stati, sono e saranno significativi. Uno di questi è sicuramente Leonardo Sciascia, scrittore, giornalista, saggista, critico d’arte e poeta, nato a Racalmuto, comune della Sicilia, nei primi anni del Novecento, scomparso il 20 novembre 1989.

Figura rivoluzionaria e anticonformista, spirito guidato da una libertà smisurata, critico del Novecento e non solo, l’importanza di Sciascia è incredibile. Emblema delle contraddizioni, le quali attorcigliano la sua terra d’origine e l’intera umanità, seppe associare ad esse un senso di giustizia pessimistica, contraddistito costantemente dalla delusione. Il suo pensiero fu caratterizzato da una matrice illuminista, ma subì anche il fascino del relativismo conoscitivo e l’umorismo  di Luigi Pirandello. La sua ascesa politica, inoltre, non passò inosservata agli occhi dei suoi contemporanei e di coloro che lo susseguirono.

Leonardo Sciascia, un autore che amava tanto la verità

Leonardo Sciascia nacque l’8 gennaio 1921 e scomparse a Palermo nella giornata odierna di 32 anni fa, in seguito alla rilevazione di una nefropatia da mieloma multiplo, o anche nota come “rene di mieloma”. Il padre Pasquale fu un impiegato di una delle tante miniere di zolfo della regione siciliana; la storia dell’autore si intreccia volontariamente con la zolfara, nella quale hanno appunto lavorato sia il nonno sia il papà. Coltivò la passione della letteratura fin da bambino, avviando subito gli studi e mostrando presto le sue straordinarie peculiarità.

Amante della verità, propugnatore inestimabile della veridicità, fin da dal principio della sua attività, Sciascia tentò di far comprendere a ciascuna persona la realtà; nessun nessun velo di Maya occultò la sua vista, fu pronto a svelare la tangibilità dell’esistenza. Osservare ogni tipologia di stortura o qualsivoglia genere di ingiustizia è fondamentale, ma è ancora più essenziale scovare gli strumenti atti a difendersi da qualunque iniquità. Leonardo adempiè perfettamente a questo compito: è stato capace, infatti, di fornire a tutti  gli espedienti necessari a tutelarsi.

Si è trattato di un uomo, il quale, sin dalla sua nascita, è entrato in contatto con un substrato particolarmente elevato dal punto di vista culturale. I primi insegnamenti offerti dal suo nucleo familiare, le tante ore di studio e le inerenti letture sono state fondamentali per la sua formazione. Si è trattato di un uomo, capace di inserire la verità all’interno della letteratura, sostenendo la tesi che solo in essa, la realtà possa esistere. Nonostante queste sue costanti ricerche, inquietudine ed insoddisfazione, spesso, soggiogavano il suo animo.

Opere di Sciascia

L’attività di Leonardo Sciascia fu molto fitta, in particolare per i numerosi ruoli interpretati dall’autore. Tanti furono i suoi romanzi, alcuni anche illustri, tra cui “Il giorno della civetta“, pubblicato nel 1961 dalla casa editrice Einaudi. Per la storia si ispirò all’omicidio di Accursio Sciacca, causata dalla mafia di Cosa Nostra. “A Ciascuno il suo“, invece, è un romanzo giallo, terminato cinque anni più tardi dell’altro sopra citato; il titolo era la traduzione dal latino “unicuique suum“, frase fissata sul retro di una lettera, la quale compare nell’opera.