sabato 27 Aprile, 2024
12.7 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

spot_img

La prima autostrada al mondo: l’Autolaghi del 1924

Il 21 settembre 1924 veniva inaugurata la prima autostrada del mondo. Ad inaugurarla vi era il re d’Italia, Vittorio Emanuele III e un corteo di auto percorreva per la prima volta quella che era l’Autostrada Milano-Varese.

In Germania già vi erano strade riservate solo ai veicoli a motore, ma quella italiana era una strada a pedaggio di uso generale, concetto poi sviluppato soprattutto negli Stati Uniti.

La prima autostrada: Autolaghi

La prima autostrada, detta “Autolaghi” nacque da un’idea dell’ingegnere Piero Puricelli che nel 1921, quando il tutta Italia c’erano appena 80mila auto e camion, ebbe l’idea di una strada veloce che dalla città di Milano portasse alle zone di Varese, Como e del Lago Maggiore. In queste zone era frequente il turismo proprio per la presenza dei laghi, da ciò prende il nome la prima autostrada.

L’ingegner Piero Puricelli, milanese di nascita e varesino d’adozione, il 21 settembre 1924, giorno dell’inaugurazione prese posto a fianco del re Vittorio Emanuele III, questi fecero anche una breve sosta a Gallarate per salutare le autorità locali (Gallarate e Busto Arsizio erano allora in provincia di Milano, mentre Varese era in provincia di Como).

La costruzione

La costruzione dell’Autolaghi fino a Varese richiese solo quindici mesi di lavoro. La tratta da Lainate a Como venne inaugurata nel giugno del 1925.

Seguì la costruzione della diramazione da Gallarate a Sesto Calende, per lunghi anni poi “capolinea” dell’autostrada. Questa fu ampliata solo a fine anni Ottanta con l’inaugurazione della A26 Genova Voltri-Gravellona Toce. Tale tratta era utile per raggiungere la sponda piemontese del Lago Maggiore e le montagne dell’Ossola.

A Gallarate e Lainate in origine vi era un bivio autostradale “a raso”, un normale incrocio, dove le auto dovevano dare la precedenza, cosa che ora non può esistere in un’autostrada.

Oltre che per il turismo, la prima autostrada costituì un potente motore di sviluppo anche per l’Alto Milanese, area fortemente industrializzata.