Tempi duri per l’economia inglese. Come se non bastassero le difficoltà economiche dovute alla brexit e i rincari dovuti alla crisi energetica, gli inglesi sono da ieri orfani della loro Regina.
Ma cosa vuol dire questa perdita in termini economici per l’Inghilterra?
Economia inglese: tra crisi economica e la morte di sua Maestà
Elisabetta lascia dietro di se un Regno Unito stressato da cambiamenti politici repentini, reduce dell’addio di Johnson e impegnato nel nuovo insediamento di Truss,e da una crisi economica tra le peggiori fra gli Stati più sviluppati.
Le lunghe cerimonie che doverosamente si terranno per la morte della sovrana arrivano nel momento economico peggiore, un blocco del paese che proprio non ci voleva. Basti pensare che anche la Banca d’Inghilterra ha rinviato di una settimana la sua riunione di politica monetaria.
Il nuovo re, Carlo III, eredita un paese che dopo aver conosciuto nei secoli fasti e glorie, non potrebbe attraversare periodo più cupo.
Profonde le ineguaglianze e i malcontenti di un popolo che lamenta gravi difficoltà economiche, con un premier neo eletto salito in carica solo lo scorso martedì con l’ultimo atto ufficiale di Elisabetta.
Secondo un’ analisi condotta da Derek Thompson, giornalista americano esperto di economia,sull’economia inglese “nel 2007 il Regno Unito era più ricco degli Stati Uniti. Il suo Pil pro capite era di circa $ 50.000. Ora, 15 anni dopo, secondo questa statistica, il Regno Unito non solo ha ristagnato, è più povero di un quinto rispetto a 15 anni fa. Il suo Pil pro capite è più vicino a $ 40.000. Quasi sicuramente le cose peggioreranno prima di migliorare.”
Tra i vari interventi proposti dalla nuova premier Truss un ampio pacchetto di incentivi progettato per aiutare i britannici con le bollette energetiche aumentate vertiginosamente dopo la guerra della Russia in Ucraina.
Il Tesoro, afferma che il pacchetto, che dovrebbe costare oltre 100 miliardi di sterline, ridurrà il picco di inflazione di 4-5 punti percentuali. Ma gli economisti hanno avvertito che la mossa potrebbe complicare il già mastodontico compito della Banca d’Inghilterra di contenere i prezzi record, stimolando la spesa per beni e salari.