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Keith Haring: l’arte che celebra la vita

Keith Haring nasce in Pennsylvania il 4 maggio 1958.

È stato un pittore e writer statunitense. Si avvicina al mondo dell’arte e del disegno fin da piccolo, grazie all’influenza del padre, fumettista.

Ben presto infatti dimostra grande interesse per i fumetti e i loro personaggi.

Furono proprio i personaggi dei fumetti come quelli di Walt Disney e di Dr. Seuss a esercitare su di lui un’influenza duratura.

Keith Haring arriva a New York a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta nel pieno boom del movimento writer.

Si tratta di ragazzi neri, portoricani o newyorkesi che rivendicano la loro diversità.

Si esprimono realizzando tags, ossia firme dei loro pseudonimi in uno stile calligrafico molto individuale per differenziarsi gli uni dagli altri.

Accostato ai writers, bisogna dire che in realtà Haring d ei writers riprende solo il mezzo attraverso cui esprimersi (strade, stazioni, muri), ma non lo stile e la tecnica, senza contare che evita il rischio di “scrivere” in posti illegali e inaccessibili.

Keith non firma le sue opere, si avvale di uno stile e di un metodo diverso e, soprattutto, si limita a disegnare sui muri, nelle stazioni, ma fondamentalemente sempre in posti “legali”.

Keith Haring strinse una profonda amicizia con Andy Warhol, il padre della Pop art, un mito e un maestro da emulare.

I due collaborano ad una serie di progetti artistici.

A ventinove anni viene trovato positivo al test dell’HIV. Keith Haring morì il 16 febbraio 1990 a New York a causa delle complicanze legate all’AIDS.

Il “Radiant Boy”

Si potrebbe definire Keith Haring l’eterno bambino dell’arte.

Le sue opere sono la pura rappresentazione della gioia di vivere tipica dell’infanzia.

Se si pensa a lui, subito appaiono i suoi omini, piccoli pupazzi dalle fattezze umane, ma è con uno in particolare che si identifica l’artista.

Il “Radiant Boy” di Keith Haring, letteralmente “bambino raggiante”, rappresenta il bambino interiore, libero e pieno di vita.

Inizialmente dipinto come figura isolata, il Radiant Boy viene rappresentato come un bambino nell’atto di gattonare, circondato da raggi che si irradiano verso l’esterno. Diventa una sorta di simbolo di grazia divina.

La figurina stilizzata ne esprime tutta la vitalità ed energia.

Il suo muoversi per celebrare la vita prosegue attraverso il processo della nascita e della crescita, segna una sorta di speranza per un futuro migliore.

 

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.