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Il Babà salato: un simbolo di Napoli in continua evoluzione

Quando si parla di Napoli, non si può fare a meno di pensare ai gustosi piatti tipici, che rendono la città una tappa da visitare necessariamente. Tra i tanti, non possiamo esimerci dal menzionare il babà, un dolce che è diventato l’emblema della tradizione dolciaria partenopea e che ha attirato l’attenzione dei buongustai di tutto il mondo.

Il babà, un simbolo della cultura napoletana

La storia del babà è ricca di riferimenti, aneddoti e detti, che vanno dall’età antica alle canzoni degli artisti più amati a Napoli.

Tra i tanti, è molto famoso il detto: “E voglia ‘e mettere rum, chi nasce strunz’ nun po’ addiventà babbà”, che sarebbe l’equivalente napoletano del detto “Chi nasce tondo, non può morire quadrato” .

Inoltre, il babà è citato nel testo della canzone di Gigi Finizio, con Lucio Dalla, Gigi D’Alessio e Sal Da Vinci, che narra l’origine di un altro importantissimo simbolo di Napoli, la pizza margherita:

“Chillu jorno nu rré e na reggina
Partettene a fore venettene ccà
Fuie na festa e pe for’e balcone
Nu sacco e bandiere pe tutt’a città
Masaniello purtaie nu babà
Ma a riggina vuleve mangià”.

Che tradotto in italiano, vuol dire:

“Quel giorno un re ed una regina
Partirono e vennero qua 
Fu una festa fuori ai balconi
Un sacco di bandiere per tutta la città
Masaniello portò un babà
Ma la regina voleva mangiare”.

Vediamo come il babà, in diversi contesti, emerge come piatto caratteristico di Napoli. Oltre alla versione tradizionale, che lo vede protagonista della pasticceria napoletana, esiste una versione salata molto interessante, che soddisferà l’interesse dei curiosi. Vediamo come prepararla.