Francisco Goya è stato un pittore e incisore spagnolo.
Considerato il pioniere dell’arte moderna, è stato uno dei più grandi pittori spagnoli vissuti tra la fine del XVIII secolo e dell’inizio del XIX.
Tra i suoi capolavori “Il sonno della ragione genera mostri”, un’acquaforte e acquatinta realizzata nel 1797 e facente parte, come foglio n° 43, di una serie di ottanta incisioni chiamata “Los caprichos”, pubblicata nel 1799.
La forma del “capriccio” deriva dall’arte italiana e in Francisco Goya rappresenta l’ordinaria follia del mondo.
All’interno di questa serie Francisco Goya alludeva con intenti illuministici all’irrazionalità, alla follia, all’ingiustizia della società, attraverso invenzioni fantastiche.
Appartiene ai “Capricci” l’acquaforte “Il sonno della ragione genera mostri”.
Si tratta di una metafora con cui l’artista invita a non perdere il controllo dell’intelletto, senza il quale il mondo sarebbe sopraffatto da impulsi violenti e indomabili, pronti a vanificare qualsiasi ordine costituito di valori.
Il soggetto dell’immagine è un uomo in abiti da camera del settecento addormentato ad una scrivania.
L’uomo quindi è colto in un sonno profondo e la sua testa è abbandonata sul piano del tavolo. Sopra di lui aleggiano alcuni grossi pipistrelli.
Dietro invece sono appollaiati degli uccelli notturni che arrivano dall’alto.
In basso è accucciato anche un felino che osserva in alto a sinistra seduto come una sfinge.
Sul fianco dello scrittoio verso l’osservatore infine è scritta una frase: El sueño de la razón produce monstruo, cioè Il sonno della ragione genera mostri.
In un manoscritto detto Commento di Alaya che pare di Goya conservato presso Museo del Prado si legge: La fantasia abbandonata dalla ragione genera mostri impossibili: unita a lei è madre delle arti e origine delle meraviglie.
Secondo questa interpretazione la condizione nella quale si trova il personaggio potrebbe favorire la creatività e l’arte.
Occorre però che la fantasia e la ragione siano vigili entrambe per evitare che la fantasia da sola risvegli le visioni mostruose.
Il sonno della ragione genera (ancora) mostri
Un’opera dal significato oggi più che mai attuale.
Alla luce di quanto è accaduto a Napoli, dove l’opera “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto è stata completamente distrutta dalle fammie.
Un incendio avvenuto questa mattina all’alba che ha generato, ancora una volta, violenza e distruzione.
È la ragione che viene affossata dall’ignoranza, e l’ignoranza porta a compiere una serie di azioni, quelle stesse a cui alludeva Francisco Goya, che fanno dell’impulso violento l’unico strumento di comunicazione.
“La Venere rappresenta proprio questa dualità. Da un lato la bellezza senza fine, dall’altro il degrado continuo, rappresentato dagli stracci” ha dichiarato Pistoletto. “Oggi purtroppo questa società stracciona ha preso il sopravvento.”.

