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Fernando Botero: si è spento a 91 anni l’artista colombiano

Fernando Botero Angulo è stato un pittore, scultore e disegnatore colombiano.

Si è spento oggi, 15 settembre 2023, all’età di 91 anni.

Secondo il quotidiano colombiano El Tiempo, Botero sarebbe morto nel Principato di Monaco, a casa sua, dopo giorni di ricovero in ospedale  dovuti, secondo l’emittente W Radio, a una polmonite.

L’annuncio del presidente della Colombia

La conferma della morte, dopo le indiscrezioni dei media, è arrivata dl presidente della Colombia, Gustavo Petro, con un post su Twitter in cui ha definito Botero “il pittore delle nostre tradizioni e dei nostri difetti, il pittore delle nostre virtù“.

Sua figlia Lina Botero, parlando a Caracol Radio, ha spiegato che è morto questa mattina nel Principato di Monaco:

Era in pessime condizioni di salute da cinque giorni perché aveva contratto una polmonite“, ha detto.

È morto all’età di 91 anni, ha avuto una vita straordinaria e se n’è andato al momento giusto”, ha detto sconvolta la figlia, che lo ha ricordato come una persona “che ha dedicato la vita al suo Paese, che è stato oggetto della sua opera artistica”.

Attività artistica di Botero

L’opera di Botero (pittura, scultura e disegni) è molto vasta. Per Botero il lavoro e la famiglia erano le cose più importanti della sua vita.

Bisogna descrivere qualcosa di molto locale, di molto circoscritto, qualcosa che si conosce benissimo, per poter essere compresi da tutti. Io mi sono convinto che devo essere parrocchiale, nel senso di profondamente religioso legato alla mia realtà, per poter essere universale.” Fernando Botero

Caratteristica della sua pittura è l’insolita dilatazione che subiscono i suoi soggetti, che acquistano forme insolite, quasi irreali, ma con un proprio fascino.

Ma è un passaggio necessario per ben far comprendere la necessità di colore delle sue opere.

L’artista si rivela sostanzialmente distante dai suoi soggetti.

Ed è proprio questa freddezza che fa scomparire dai personaggi la dimensione morale e psicologica.

Gli sguardi sono sempre persi nel vuoto, gli occhi non battono, sembra quasi che osservino senza guardare.

Interessante anche la rappresentazione del tempo, elemento presente in molte opere di Botero, in cui lo stesso soggetto può essere raffigurato in momenti diversi; in altre il tempo è simboleggiato da orologi.

Importante anche la trattazione dei temi sacri, cui Fernando Botero dedica molte sue creazioni.

 “La Mona Lisa” (1978)

Riappropriandosi de “La Mona Lisa” di Leonardo, l’artista ha dato a questa figura le caratteristiche forme rotonde e abbondanti che sono diventate il suo marchio di fabbrica.

Il sorriso enigmatico di Mona Lisa è stato trasformato in un sorriso radiante e gioioso, conferendo all’opera una sensazione di vitalità e gioia.

Botero ha reso inoltre omaggio all’originale di Leonardo da Vinci mantenendo molti degli elementi chiave, come il paesaggio sfumato sullo sfondo e la posizione della donna.

Insomma, un tributo rispettoso ma anche giocoso a uno dei quadri più iconici della storia dell’arte.

“La Famiglia” (1989)

La famiglia tradizionale è sempre stata una costante fonte di esplorazione per Botero.

Quando gli è stato chiesto quale considerasse il tema più latinoamericano della sua pittura, Botero ha dichiarato che la famiglia è il soggetto “per eccellenza” per la sua composizione complessa che ammette soluzioni sorprendenti, così come per la sua risonanza storica.

Nel dipinto del 1995, Botero utilizza una tavolozza attentamente calibrata e raffigura la madre che allatta il figlio più piccolo mentre il figlio maggiore si appoggia alla sua coscia, apparendo come l’archetipo della donna come nutrice.

Circondata da altri due bambini, da un’attenta tata e da un grosso gatto, appare come un’ancora calmante nel mezzo del caos domestico.

 “La Danzatrice” (1991)

Questa interpretazione di una ballerina alla sbarra di Botero è alquanto controversa, poiché i ballerini sono noti per la loro grazia e bellezza.

Botero ha dipinto questa ballerina paffuta che riesce a stare sulle punte nonostante la sua grande mole.

“Credo che l’arte debba dare all’uomo momenti di felicità, un rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana” Fernando Botero.

 

 

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.