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Confcommercio-moda: filiere in difficoltà

Confcommercio-moda, numerose proteste dei lavoratori del comparto moda. Borghi: ”sembra cronaca di una morte annunciata”

Molto discusse le misure prese dal governo, dopo l’ultimo Dpcm. Anche il settore moda scalpita dopo l’allungamento dei tempi di apertura dei negozi di abbigliamento,  prevista non prima del 18 maggio.

Questa dilatazione dei tempi secondo quanto dichiarato dalla Confcommercio-moda Italia, sancirà un netto calo dei consumi per un danno di quindicimiliardi di euro. Infausta previsione anche per i diciassettemila punti vendita che cederanno o avranno comunque una perdita di oltre trentacinquemila commercianti e dipendenti.

Il presidente della federazione, Renato Borghi ha dichiarato che sarebbe auspicabile ripartire il prima possibile, date le esigenze di cassa di un settore che in buona sostanza vive sulla e della stagionalità.

In tal senso si prevede un pericolo per le filiere, e si ribatte sul sollecito a Confindustria Moda, per un’assunzione di responsabilità  e continua :  ” è necessario condividere con il retail il rischio derivante dalla perdita di un’intera stagione, attraverso il diritto di reso”.

Nelle analisi dell’Inail, il settore insieme ai vari negozi di abbigliamento erano stati considerati a basso rischio, per cui questo slittamento dei tempi di apertura è stato vissuto con interdizione e sentita preoccupazione.

 Renato Borghi poi ha ribadito il concetto anche sulla non comprensione del perché sostanzialmente sia stata prevista una data uguale per tutte le regioni d’Italia, dato che la diffusione epidemiologica secondo le varie attestazioni, risulta diversa di regione in regione.

Rabbia e delusione dunque e quel che emerge  è una richiesta accorata al Governo di ritornare sulle misure adottate. L’urgenza è la liquidità, che dovrebbe essere conferita attraverso contributi a fondo perduto, con l’aggiunta di una moratoria fiscale e contributiva almeno fino al 30 settembre.

Borghi si era già espresso pochi giorni fa rilasciando dichiarazioni a radio24, chiedendo più volte l’anticipazione dell’apertura almeno per il settore moda, dati gli acquisti già effettuati otto mesi prima della stagione, confermando quindi anche gli ordini delle collezioni autunno inverno 2020-2021, e di conseguenza ci sono importanti obbligazioni nei confronti dei rispettivi fornitori.