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Alexei Navalny, morto il principale dissidente russo

Alexei Navalny, leader dell’opposizione russa, è morto in carcere, per motivi ancora da chiarire. Secondo una prima ricostruzione sarebbe morto per un’embolia. Ma è ancora tutto da accertare.

Alle 12.28 il primo flash di agenzia, l’uomo è morto in carcere in una remota prigione Artica dove era stato trasferito a dicembre e dove stava scontando una pena di diciannove anni per finanziamento ed incitamento all’estremismo. Uno scarno comunicato della polizia penitenziaria ha fornito i primi dettagli: Alexei Navalny sarebbe morto a seguito di un malore improvviso, perdendo conoscenza quasi subito e a nulla sono valse le prime cure del personale medico che gli ha prestato soccorso. Arrivata l’ambulanza, le pratiche di rianimazione non hanno dato nessun risultato. Il principale oppositore russo è morto. 

Poco dopo il flash delle agenzie, anche il Cremlino è intervenuto sulla vicenda, e il portavoce di Putin ha dichiarato che le cause della morte dell’oppositore russo non sono ancora chiare, così come confermato dal personale medico; sulla spinosa questione è stata aperta un’inchiesta, per provare a far luce su quanto accaduto.

Il dissidente 47enne, fondatore del “partito anticorruzione” mercoledì era stato rinchiuso per la ventiseiesima da agosto del 2022 in cella di punizione. Ad annunciarlo lui stesso su – X – sconosciuti ovviamente i motivi.

Ciò che è certo è quanto dichiarato dallo stesso Alexei Navalny che da anni denunciava i soprusi subiti all’interno delle strutture penitenziarie, una situazione disumana sulla quale spesso è intervenuto anche Amnesty International.

L’ultima condanna, la più dura e di chiara matrice politica, è la terza inflitta all’oppositore russo, da sempre critico intransigente di Vladimir Putin. Navalny, infatti stava scontando già undici anni di carcere per frode ed altri reati e crimini mai accertati. Un vero e proprio calvario esistenziale quello dell’oppositore russo, che ha avuto inizio nel 2020, quando fu avvelenato con un agente nervino usato spesso dai servizi segreti russi per eliminare i nemici. Curato e salvato in un ospedale di Berlino. Decise successivamente di tornare in Russia, per denunciare la politica totalizzante del Presidente Putin. 

Oggi la notizia della morte del dissidente, sulla quale non sono mancate le reazioni politiche da parte dei vari leader mondiali. “Una conclusione ingiusta che scuote le coscienze”, così come ha dichiarato il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. 

Il team di Navalny ha detto di non avere ancora notizie dirette sul decesso dell’oppositore. Su X la sua portavoce Kira Yarmysh ha scritto che il suo avvocato sta volando a Kharp, la città più vicina alla colonia penale IK-3. “Non appena avremo qualche informazione, la comunicheremo”, ha scritto Yarmish.