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Detenuti al comando: fuoco a Santa Maria Capua Vetere

La furia dei detenuti del reparto Danubio, dove scontano la pena i prigionieri più difficili, non si placa. Sei gli agenti feriti. I carcerati, due extracomunitari, avrebbero approfittato del trasporto in infermeria per creare i disordini.

Uno di loro ha dato fuoco ad una cella dando la possibilità agli altri di prendere possesso del braccio, e ha così avuto inizio la presa, con 50 carcerati che occupano il reparto Danubio. Alla guida della rivolta i carcerati arrivati da Foggia e che erano stati a capo dei disordini anche lì.

A quel punto molti agenti si sono rifiutati di intervenire dal momento che erano già imputati per tortura, abuso di autorità e violenza privata, avute luogo nella precedente rivolta del 6 aprile. Le denunce a scapito degli agenti sono state emanate dall’Associazione “Antigone” che si erge a difesa dei diritti dei detenuti.

I sindacalisti delle guardie penitenziarie evidenziano quanto le carceri siano una polveriera e quanto siano in realtà gli agenti ad essere ostaggio dei detenuti. Lo dice De Fazio della UILPA “basta il minimo episodio per far deflagrare la violenza”.

Lo ribadisce Donato Capece del SAPPE : “il carcere in mano ai detenuti, questo è il risultato di una politica penitenziaria sbagliata e che ha condotto la polizia penitenziaria in un piccolo cieco”.

Di Giacomo, del Sindacato della Polizia Penitenziaria, fa invece emergere i rischi: “è una situazione molto grave perché potrebbe espandersi a macchia d’olio, con rischi maggiori rispetto alle precedenti sommosse”.

Bernando Petralia, il nuovo capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, a seguito di una riunione con il Vicecapo del DAP Roberto Tartaglia, gli agenti e la Procura, ha stabilito il trasferimento dei detenuti responsabili dei fatti.

Petralia decide di usare il pugno di ferro coi rivoltosi, ricorrendo al trasferimento e potenziando la difesa carceraria con l’aggiunta di 80 agenti del Gruppo Operativo Mobile, provvedendo così alla difesa sia del carcere sammaritano ma anche delle altri carceri che già lo avevano allertato nei giorni scorsi con qualche segnale di intolleranza.

Le rivendicazioni al centro della rivolta sarebbero ormai trite e ritrite, la possibilità cioè di tornare ad avere i colloqui dal vivo coi familiari e le scarcerazioni per Coronavirus, effettivamente dilagante all’interno delle prigioni.

Rosalba Caramiello
Rosalba Caramiello
Giovane psicologa clinica laureatasi all'Università di Roma "La Sapienza" ed educatrice, appassionata di giornalismo e fotografia.