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A Hong Kong attivisti pro-democrazia

Stamattina si sono radunati diverse centinaia di sostenitori pro-democrazia alla West Kowloon Magistrates’ Court di Hong Kong.

Il sostegno è rivolto ai 47 dissidenti accusati domenica 28 febbraio. Se riconosciuti colpevoli potrebbero essere condannati al carcere a vita.
La polizia li ha arrestati con l’accusa di cospirazione per sovversione ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale della città.

Gli ex legislatori e sostenitori della democrazia furono precedentemente arrestati a gennaio, ma rilasciati.
Sono stati arrestati nuovamente e compariranno in tribunale oggi, ha dichiarato la polizia.

Presumibilmente hanno violato la legge sulla sicurezza nazionale partecipando alle primarie elettorali non ufficiali per la legislatura di Hong Kong lo scorso anno.

Gli imputati dovrebbero essere complessivamente  39 uomini e 8 donne, di età compresa fra i 23 e i 64 anni.

Nella più grande accusa di massa contro il campo di opposizione del territorio cinese anti-autonomo è entrata in vigore la legge nello scorso giugno.

La legge “punisce atti di sovversione, secessione, terrorismo e collusione con le forze straniere compiuti nell’ex colonia britannica”.

A Hong Kong i manifestanti hanno fatto sentire la loro voce intonando slogan fra cui “Liberare tutti i prigionieri politici” e “Stan with Hong Kong”. Altri hanno usato il saluto con le tre dita “Hunger Games” usato dagli attivisti per la democrazia in Thailandia e Myanmar.

Si contrappone a loro un piccolo gruppo di manifestanti pro-Pechino.
Hanno mostrato gli striscioni di supporto alla polizia, invitando attraverso uno slogan a
“Punire severamente i traditori”.

La manifestazione di oggi è stata una delle più grandi proteste avvenute negli ultimi mesi nella città, considerando le restrizioni legate alla pandemia da Covid-19.

Pechino, invece, si muove a passo svelto con lo scopo di stroncare il dissenso in seguito alle proteste e le riforme anche violenti del 2019.

Le mosse violente hanno suscitato critiche internazionali.