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La scuola aperta riuscirà a contenere il contagio?

La scuola riapre lunedì 16 novembre. Sarà un banco di prova per vedere si riesce a non far alzare la curva del contagio, come molti pensano.

In seguito alle disposizioni del governo, che ritiene la Campania una regione definita ” zona gialla“, nulla dovrebbe ostacolare la riapertura tanto richiesta dalle madri.

L’ultima ordinanza del presidente della regione, Vincenzo De Luca, avrà la sua scadenza il 14 novembre, dopodiché la scuola dovrebbe ripartire normalmente. Si parte con la didattica in presenza per scuole materne, elementari e medie, le superiori continueranno la didattica a distanza fino al 3 dicembre. 

La riapertura della scuola potrebbe essere in dubbio, data la situazione di contagio presente in Campania. I dati finora pubblicati rivelano  di un indice di contagio pari al 27% che mette in allarme. I più pensano che il presidente Vincenzo De Luca possa fare un’ordinanza a sorpresa che prolunghi la didattica a distanza.

Una scelta che aprirebbe un dissidio con  la diversa scuola di pensiero della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

La ministra dell’Istruzione si è battuta fortemente contro chi ritenesse che la scuola fosse il polo di maggior contagio tra la popolazione – Continuerò a battermi per tenere aperte le scuole. Credo che dobbiamo provare a tenerle aperte…più si limitano le attività fuori della scuola, più si abbassa il rischio dentro la scuola!-

Per la ministra dell’Istruzione, lasciare la scuola chiusa comporterebbe un disastro educativo, sociale , formativo e psciologico per il futuro dei ragazzi. Detto ciò, anche i dati relativi al contagio nelle istituzioni scolastiche sembrano dare man forte al pensiero di quest’ultima: in base ad analisi recenti, la scuola ha un indice di contagio pari al 3,5% rispetto a tutto il territorio nazionale, una buona percentuale per affermare con decisione la riapertura della scuola, che la ministra ritiene anche più preparata ad affrontare il problema del contagio rispetto a marzo.

Di tutt’altro parere è Giuseppe Bertagna, pedagogista dell’Università di Bergamo -” Una classe dirigente degna di questo nome doveva fare di più e meglio!”- 

Secondo il pedagogista, non è stato fatto abbastanza per salvaguardare il disastro scolastico. Sin da febbraio si sarebbe dovuto attuare un piano lungimirante, che sopperisse alle mancanze della scuola già presenti in una situazione di normalità.

Alla scuola manca il personale.

La mancanza di personale nella scuola è un ulteriore problema che la pandemia ha acuito. Proprio per far fronte a questo problema che necessita di una soluzione subitanea, la vice ministra Anna Ascani ha dichiarato che si procederà alla nomina dei docenti attraverso il MAD ( messa a disposizione). I docenti scelti saranno anche quelli presenti in graduatoria provinciale o in graduatorie di istituto di altre province. Una situazione del tutto eccezionale e limitata all’anno scolastico in corso.